Recensione: Monopoly on Violence
Roba da Pit! Questi sono i Destabilizer, Thrash Band proveniente dalla Danimarca con all’attivo il Full-Length ‘Violence Is The Answer!’ del 2023 ed ora questo ‘Monopoly on Violence’ (dimostrando scarsa fantasia nella scelta dei titoli, ma ci può stare), disponibile dal 17 gennaio 2025 via Iron Shield Records.
Il loro è un Thrash Metal secco e genuino, sparato a mille senza alcun compromesso, riferimento principale la scuola tedesca di Sodom, Destruction e Tankard ma influenzato anche da band come Razor ed Exodus.
Power Trio dalle indiscusse capacità tecniche cerca di distinguersi principalmente attraverso il canto, con il bassista Thomas Haxen ed il batterista Kenneth Terkelsen che si dividono il microfono anche durante lo stesso pezzo.
Il risultato è un’espressività della ferocia un po’ più ampia, con un’aggressività che va da un giovane ed incazzato Bobby ‘Blitz’ fino ad un furioso Schmier, ulteriormente ampliata per mezzo di urla simil Hardcore, acuti diabolici e ringhi profondi ed un sacco di yeaaagghhh, ugh, bleeeaaahhh ed altri versi affini. Dicendola tutta, l’intensità emotiva del doppio cantante in ‘Monopoly on Violence’ non ha proprio lo stesso fascino dei duetti tra Ozzy e Lita Ford o di David Bowie con Mick Jagger, ma questo è Thrash Metal … quello che deve prevalere è l’irruenza sovversiva e questo la band lo ottiene, con i picchi più alti proprio durante lo scambio delle voci.
Sette brani su otto sono essenzialmente velocissimi, delle bordate a tutto spiano, con intercalati violenti e repentini cambi di tempo. Solo uno, ‘Perpetual Warfare’, è impostato al “contrario”, non perché inciso con la tecnica del backmasking ma bensì perché si basa per 2/3 su un tempo medio scuro e profondo, poi però i Destabilizer non ce la fanno ed accelerano a dismisura anche lì.
Qual e là c’è anche un qual certo uso delle tastiere elettroniche, rese protagoniste più che altro per creare introduzioni dall’atmosfera inquietante (‘Easy Prey’ o ‘Kommander’) o tenute in sottofondo per conseguire un tappeto sonoro più denso. In general però il sound è basato sulle ritmiche serrate ed a maglia stretta delle chitarre, su colpi di basso violenti e precisi e su una batteria terremotante, con avvincenti slanci melodici durante gli assoli.
Thrash allo stato puro, come già detto senza compromessi, ruvido e selvatico, prodotto sì con delle stratificazioni ma senza esagerazioni, mantenendo quell’aspetto “da palco” che dichiara che l’intento della band è quello di farsi conoscere semplicemente per quello che è.
Brani più avvincenti: ‘Pacific Holocaust’, la già citata ‘Perpetual Warfare’ e ‘Rampage’, brano più tecnicamente interessante la Title-Track con i suoi cambi di scena.
Concludendo: non basta il doppio canto per aggiungere qualcosa di nuovo al movimento del Thrash Metal, anzi … ma con questo ‘Monopoly On Violence’, i Destabilizer hanno centrato il bersaglio lo stesso, dando vita ad un album composto da canzoni coinvolgenti e sovversive che viene voglia di ascoltare dal vivo. Meglio di così!