Recensione: Monster of Steel
Tutti noi sappiamo bene che l’Heavy Metal non è fatto di soli grandi nomi. All’ombra dei capolavori conosciuti dai più infatti, si nascondono testimonianze dell’esistenza di bands valide ma sfortunate, gruppi semplicemente mediocri ma molto prolifici, formazioni osc-ure, e così via. Queste testimonianze possono essere semplicissi demos, singolo o mini o addirittura lp. Logicamente in questo tipo di produzioni non è così facile trovare capolavori o bands davvero meritevoli; tuttavia è innegabile il fatto che ogni release di questo “ambito misconosciuto dell’HM” sprigiona un grande fascino, desti una certa curiosità e -diciamoci la verià- spesso porta a sopravvalutare il contenuto stesso dell’opera.
Cosa c’entrano gli Oxen Killer con tutto questa storia? C’entrano, c’entrano… non a caso questo gruppo rientra nella
vastissima categoria di gruppi misconosciuti europei ed il loro album è annoverato tra le rarità degli anni 80. Sul conto di questa formazione francese si sa ben poco: nel 1983 i nostri pubblicarono un demo che constava di una sola traccia, due anni più tardi fecero uscire un altro demo dal nome fortemente suggestivo, ossia “Die to be a Headbanger“, ed infine pubblicarono questo mini-lp.
Al di là della perseveranza, dell’attitudine e della fede degli Oxen Killer, purtroppo non possiamo evitare di sottolineare il fatto che la band musicalmente navighi su livelli appena superiori alla mediocrità. Presentandosi con un sound che ricalca bene o male le orme dei Judas Priest dei primi anni 80 e qualche affinità con i Mercyful Fate a livello di composizione generale dei brani, i nostri cari amici non impressionano tantissimo al primo impatto né convincono a pieno nei successivi ascolti. Tutto ciò magari a causa della non favolosa perizia tecnica dei musicisti (il cantante in particolare si segnala per prestazioni non eccelse) e una certa scarsezza di idee nel songwritting che rallentano di molto la godibilità dell’album.
Con un boato in sottofondo, seguito da melodiee di violino, irrompe il riffing della chitarra di Regis Costechareire ed i giri di basso di messer Fred Dentzler, seguiti a ruota dal drumming molto compatto di Pat Gariant e le vocals di Dave Catwell…è così che gli OxenKiller aprono le danze sulle note di “Monster of Steel“, traccia di heavy metal grezzo e roccioso, sufficientemente coinvolgente – nonostante una certa monotonia di suoni e prestazioni vocali in fase screaming alquanto discutibili.
Si passa così a “Stress“, pezzo meno aggressivo del precedente ma decisamente meno esaltante. Nella successiva “Night’s law” invece fanno capolino certe atmosfere priestiane niente male, con il cantato basso di mr. Catwell capace di infondere il giusto tono cupo ed ispirato al brano. Qui, come forse mai in questo mlp, è possibile percepire piùche chiaramente una qualche influenza di un certo album chiamato “British Steel“.
Superata “Sacrifice“, forse la tracca più noiosa e meno stimolante dell’intero mlp, si passa alla conclusiva “The King is Dying” dove gli Oxen Killer ci riportano alle sonorità più massicce e serrate dell’opener-track, riuscendo a concludere
abbastanza decentemente questa release.
Come avrete capito questa release non è incredibilmente elettrizzante o straordinario: in sostanza gli Oxen Killer non sono nulla imperdibile, parlando sinceramente, tuttavia è sempre bene prestare attenzione a releases del genere. Come è stato detto in precedenza, non sono solo i capolavori a dare realmente una forma ed un senso all’Heavy Metal…anzi, quasi quasi, (non è il caso deli O.K., sia chiaro! eheheh) una piccola e semplice gemma metallica come un mlp od un demo può risultare più prezioso (e quindi miglire) per di molteplici aspetti rispetto ad un masterpiece patinato e ultra popolare…o no?
Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli
1) Monster of Steel
2) Stress
3) Night’s Law
4) Sacrifice
5) The King is Dying