Recensione: Mood Changes
Cercare in internet informazioni di una band che si chiama Utopia, lo capirete da voi, è piuttosto problematico, poiché di gruppi con tal monicker, oramai, ve n’è qualche migliaio. Ma poco importa, la band di cui ci occupiamo fa prog, non è tuttavia il redivivo complesso statunitense, ma un quintetto romano giunto in questo 2016 al secondo album, intitolato “Mood changes”.
E abbastanza complesso analizzare la proposta che ci troviamo avanti. I nostri infatti sembrano, ad una prima analisi, inserirsi nel filone power-prog tipicamente italiano che mette assieme i Dream Theater più melodici e leggeri e i Rhapsody (quali che siano). Dunque qualcosa che si è sentito milioni e milioni di volte.
E in effetti è così, o quasi. In questi Utopia, a dirla tutta, l’elemento power-zuccheroso è piuttosto assente. Questo gioca a favore di tastiere più avvolgenti e tecniche, nonché della componente tecnico progressiva. Il che è una piacevole sorpresa se siete persone che di tutto il power prodotto dall’umanità salvate circa due album dei Blind Guardian e poco altro. Ma pazienza, non sottilizziamo.
L’altro lato della medaglia è che questi Utopia, andando a preferire la componente prog, finiscono per risultare irrimediabilmente debitori di un certo combo New Yorkese precedente citato, senza peraltro aggiungere stilemi propri o almeno mutati da altre band. Ed è un peccato, perché, una simile assenza di carattere potrebbe essere preoccupante. Ciò che fa la differenza, in ultima analisi, è che questi cinque romani sono in grado di comporre ottime canzoni. A tutti gli effetti è inutile citare questo o quel brano, perché i pezzi sono molto simili, tuttavia ognuno di essi è caratterizzato da un eccellente songwriting, fatto di buone strofe ed ottimi refrain, di un grande equilibrio e di un appeal piuttosto marcato, senza sbrodolature né eccessivi onanismi chitarristici. L’album è godibile e non stanca insomma.
Dunque questo “Mood changes” mette in mostra una band con delle ottime potenzialità compositive e tutte le carte in regola per sfornare grandi pezzi e grandi album. Il problema qui è la poca volontà di proporre qualcosa di proprio e di osare. Finché continuerà a mancare, gli Utopia saranno una band carina e probabilmente molto valida in sede live. Quando le idee di altri saranno alternate alle proprie, beh, la situazione potrà cambiare anche in modo profondo.