Recensione: More Inspirations

Di Stefano Ricetti - 26 Aprile 2023 - 7:45
More Inspirations
Band: Saxon
Etichetta: Silver Lining Music
Genere: Heavy 
Anno: 2023
Nazione:
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60

Seconda uscita “ispiratoria” degli Stallions of the Highway dello Yorkshire dopo la precedente targata 2021, intitolata, non a caso, Inspirations. Il sequel, uscito da qualche settimana, prende il nome di More Inspirations e, a livello di struttura e intendimento, ricalca perfettamente la logica del primo. I Sassoni, o quello che rimane di loro, dopo la recente dipartita (nelle dichiarazioni solo in sede live, poi sarà il tempo a decretare la veridicità della cosa riguardante le fasi di composizione e in studio) dello storicissimo chitarrista Paul Quinn, peraltro rimpiazzato da nientepopodimeno che Mr. Diamond Head Brian Tatler, si cimentano attraverso la rilettura di brani appartenenti a band che hanno in qualche modo segnato la loro storia e soprattutto i loro inizi.

A reggere le sorti dei vecchi leoni di Britannia permane il solo Peter Rodney Byford detto Biff, classe ’51, di professione cantante, nei fatti (e nel bene e nel male) il vero e unico leader dei Saxon, quantomeno dal momento in cui si spossessarono del concetto di gang per far quel salto di qualità obbligatorio che richiedeva la strada per il successo, al solito, e anche nel caso degli ‘Stallions, lastricata di morti e feriti (in senso figurato, of course). Va comunque puntualizzato che sull’album oggetto della recensione, sempre griffato Silver Lining Music, compare ancora, all’interno della line-up, Mr. “Blute” Quinn.

Se su Inspirations spiccavano pezzi di Motorhead, Led Zeppelin e AC/DC sul successore l’attenzione viene calamitata da gruppi o artisti che giocoforza comportano meno tonnellaggio: Alice Cooper, Kiss, Nazareth, solo per citarne tre. Il cd, in formato digipak, si accompagna a un libretto minimalista di otto pagine con una foto della band nelle due centrali, altri scatti catturati durante le fasi di incisione la serie di note tecniche di prammatica.

Probabilmente, per chi è in grado di farlo, per poter apprezzare questo tipo di operazioni, va resettato tutto quanto appartenente ai Saxon, ma si badi bene, NON a partire dal trittico magico e olimpico segnato da Wheels…, Strong… e Denim (sarebbe troppo semplice, la cosa), ma dal recente e scintillante Carpe Diem del 2022, l’archetipo di come debba suonare un disco di heavy fucking metal fumigante al giorno d’oggi, anche a livello di suoni e produzione.

Il risultato, per coloro i quali saranno in grado di portare a buon fine i passaggi descritti poc’anzi potrebbe regalare discrete emozioni, lungo “Detroit Rock City” (Kiss), The Faith Healer (The Sensational Alex Harvey Band) e davvero poco altro.

Per tutti gli altri, compreso lo scriba, c’è solo da augurarsi che i cari, vecchi Saxon, le “inspirations” se le facciano venire per sfornare un disco di inediti di prossima pubblicazione sui livelli di Carpe Diem e, perché no, magari di sopravanzarlo pure, tenendo presente che riguardo quest’ultimo, però, giocarono a suo favore dei fattori non da poco: la mancanza di fretta per farlo uscire e la calma dei giusti in fase di scrittura generata dalla latitanza di concerti vari e veri e propri tour, causa pandemia.

Ai posteri l’ardua sentenza.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

 

 

 

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