Recensione: Morphogenesis
Promettono veramente bene questi Denial, ennesimo gruppo italiano a dimostrare una buona maturità nel metter giù le proprie idee. Di che idee si tratta? Bè, Death metal che parte da spunti classici per distendersi verso le varie contaminazioni tipiche, spingendosi talvolta fino ai limiti del Brutal per poi ritrarre prontamente la mano. Death metal che non si accontenta di un buon suono (di un ottimo suono, se vogliamo considerare il lavoro un demo) ma che affianca alla compiutezza formale anche un bagaglio di spunti completo.
Il voto forse sembra divergere dai toni del mio incipit. Questo perchè mi sembra che, per costruire qualcosa di veramente solido, personale e ineccepibile, ne manchi ancora di strada. Ma la direzione imboccata è senza ombra di dubbio quella giusta, motivo per cui non posso che parlare ottimamente dei Denial.
Passo dunque al loro lavoro, che si apre con un'”Intro” subito seguita dalla breve strumentale “Masters End“. Fin da qua cogliamo i primi, importanti, elementi: una traccia elementare, giocata sullo stesso identico riff, che tuttavia sprigiona violenza e dimostra come il gruppo sappia gestire alla perfezione un approccio classico al Death Metal.
Passiamo al sodo solo con “Monarchy Without A King“, che inizia in maniera relativamente legata alla precedente, per poi subire le prime contaminazioni: la canzone si snoda infatti su una struttura particolarmente eterogenea, che la vede passare da attimi di Death Metal intricatissimo e ben poco diretto, a parti violentissime ed in your face, e poi ancora a spunti melodici che sorreggono assoli ben costruiti.
Altrettanto si potrebbe dire per la title-track, “Morphogenesis“, non fosse che di questa si coglie meglio il legame tra le varie parti; anzi, più che il legame si coglie l’idea soggiacente, i richiami e le funzioni di ogni stacco. Forse questo è dovuto al fatto che la struttura di base è più tipica, e di conseguenza più immediata.
Stupenda anche “Temporary Retirement“, il cui inizio giocato su melodie distese si contrappone alla rabbia angosciosa delle trame sviluppate a metà canzone. Bello l’uso di vocals sovrapposte e, in alcuni punti, il lavoro anomalo del riffing. Ottima poi, come del resto in tutto il demo, la prestazione tecnica di ogni componente.
Non c’è che dire, Morphogenesis è un ottimo lavoro. Soffre di due sole pecche. La prima, che in realtà è una semplice osservazione personale, è che Marco Balzano (cantante) ha un ottimo growl che sfrutta pochissimo: è un peccato, avrebbe contribuito a dare più scioltezza alla sua prestazione. I cantati sovrapposti nell’ultima traccia ne sono a mio avviso la prova.
Il secondo neo è che le canzoni spesso hanno una struttura spiazzante: troppe sono le parti accennate e mai più riprese, il che mette in ombra alcune ottime intuizioni, e rende difficile memorizzare le loro canzoni in quanto tali.
Tolte queste mie considerazioni, tanto di cappello al gruppo e al lavoro svolto. Ricordo infine che la produzione è stata curata interamente da loro, e se avrete modo di dare un ascolto a questo lavoro (rilasciato, stando al gruppo, principalmente a scopo promozionale) non potrete che apprezzare anche questo aspetto.
Matteo Bovio
Line-up
Michele Balzano – voce
Oliviero Rolando – chitarra ritmica / solista
Fabio Carfagna – chitarra ritmica
Emanuele Carbone – basso
Francesco La Rosa – batteria
Contatti
Oliviero Rolando – 340 5563875
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