Recensione: Mors Tua, Vita Mea
Questo Mors Tua, Vita Mea degli Sturmkaiser è in realtà un album autoprodotto e stampato in sole 200 copie, di cui a me è capitata la numero 93. Non c’è nessuna etichetta alle spalle di questi ragazzi che, con le loro sole forze, hanno deciso di investire nella realizzazione di questo disco. Dopo alcuni demo, hanno deciso di provare a realizzare un vero e proprio album intero, contenente la bellezza di 11 canzoni, nella speranza di farsi notare da qualche etichetta.
Gli Sturmkaiser sono un gruppo composto da soli due elementi: Svafnir e Kirion. Dopo aver perso per strada un altro musicista dopo la realizzazione di un demo nel 2003, sono rimasti loro due soli a comporre e suonare tutti i brani. Svafnir si occupa di tutte le voci, primaria, secondarie e cori, e di suonare le tastiere, mentre Kirion suona tutte le chitarre, il basso e si occupa anche della programmazione della batteria. Naturalmente nelle loro prestazioni dal vivo si fanno accompagnare da session-men, ma il disco è praticamente tutta farina del loro sacco e bisogna dire che, nonostante qualche ovvia imprecisione, non se la cavano male. In particolare lo scream di Svafnir rende piuttosto bene anche se spesso ricoperto di troppi effetti.
L’album si apre con una intro decisamente originale. Sopra a tutto si odono rumori, grida, esplosioni e scoppi che dovrebbero ricreare una atmosfera da campo di battaglia. Il tema della guerra è infatti la componente principale della musica e dei testi realizzati dagli Sturmkaiser, tanto che quasi ogni brano di questo platter presenta parti campionate di rumori di guerra, o altri spezzoni sonori riferenti alla seconda guerra mondiale. Sotto a tutti quei rumori però, come vi dicevo, compare del tutto inaspettatamente l’inno di Mameli, anche se con suoni un po’ particolari, rendendo quindi questa intro decisamente originale e fuori dal coro.
L’album entra nel vivo con la successiva Hail Victory in cui i due componenti del gruppo, ci mostrano subito quali siano le coordinate musicali del loro sound. Si tratta di un black metal grezzo e ruvido, molto veloce e potente, aggressivo, ma che comunque conserva in più punti un occhio di riguardo nei confronti della melodia.
Proprio la melodia e in particolare il ritornello è secondo me il punto di forza della title-track del cd, e che è anche probabilmente la mia canzone preferita del lotto. La canzone infatti presenta un ritornello coinvolgente e trascinante, decisamente sopra alla media come orecchiabilità. Un particolare che mi ha fatto riflettere perchè capace di mettere in luce il fatto che questi ragazzi, tentando la strada di una maggiore personalità e originalità delle composizioni, senza per forza rimanere ancorati agli stilemi del genere, potrebbero davvero fare molto bene.
Tra alti e bassi, questi ultimi legati principalmente alla produzione, ma ne parleremo tra poco più diffusamente, il cd continua presentando sia brani nuovi che vecchi prelevati dal loro precedente demo del 2003.
Notevoli di menzione ricordiamo ancora la settima The Horde, che insieme alla nona Death Eternal sono i due brani più lunghi della scaletta e sono anche quelli in cui emergono un po’ di più le capacità compositive del duo. Il mio consiglio al gruppo sarebbe proprio quello di proseguire su questa strada, le composizioni corte lasciano spazio solo per una idea da sviluppare con il risultato di avere brani monocorde. Sulla lunga distanza invece si può variare maggiormente il sound del pezzo lasciando spazio a più cambi di tempo e di melodia, ottenendo quindi composizioni di maggiore spessore.
Dopo le note positive tocca però a quelle negative, che, purtroppo, sono decisamente molto più numerose e importanti. Sotto accusa è naturalmente la produzione, come nella più pura tradizione del black-metal più grezzo e seminale, in questo disco la produzione sembra quella ottenibile con un registratore a microcassette usato in cantina. Non è facile sarcasmo il mio, non vorrei essere frainteso, è che i rumori, gli scatti, i disturbi che si odono sia all’inizio che alla fine delle tracce, sommati inoltre a una produzione del tutto discontinua fanno veramente male al disco. Le canzoni sono state evidentemente registrate ognuna in una occasione e con mezzi diversi a disposizione, perchè il risultato è decisamente vario anche se mai del tutto soddisfacente.
In definitiva devo dire che si tratta di un album che non posso dire mi sia dispiaciuto, ci sono delle idee che mi paiono piuttosto valide e delle canzoni che mi sono piaciute particolarmente come la title-track. Purtroppo però l’intero disco è quasi del tutto vanificato dalla produzione che rende davvero difficile seguirlo e gustarlo nel modo migliore, rovinando in questo modo il risultato finale. Sono convinto che questo disco con una migliore produzione avrebbe potuto dire molto di più, ma ora come ora non posso sinceramente dare un voto più alto di questo. Per chi fosse interessato ad ascoltarlo, l’unico modo per reperirlo è quello di ordinarlo direttamente alla band, utilizzando liberamente i contatti sotto riportati oppure attraverso il loro sito internet.
Contatti:
e-mail: sturmkaiser@interfree.it
Tracklist:
01 Intro
02 Hail Victory
03 Mors Tua, Vita Mea
04 Defend Our Kingdom
05 Blitzkrieg
06 Craven
07 The Horde
08 Stumkaiser
09 Death Eternal
10 Outro
11 With Honour (bonus track from “demo 2003”)
Alex “Engash-Krul” Calvi