Recensione: Mortal Affair – Stream of Nothing
A simboleggiare la purezza e la dinamicità della rigogliosa scena ellenica, la Diktio records ha promosso uno speciale progetto che davvero fa onore all’Underground Greco e a tutte le persone coinvolte. Si tratta di una bella compilation, impacchettata in un elegantissimo formato digipack, i cui proventi della vendita saranno totalmente devoluti ad un’associzione greca impegnata nell’assistenza di ragazzi con problemi di droga.
Fatto questo doveroso appunto, passiamo subito all’analisi del prodotto in dettaglio. Si parte, e non a caso, con il brano che simbolicamente dà il nome alla compilation; è infatti in questa traccia che si espleta per intero il senso di questa release. Un band messa su per l’occasione, i Mortal Affair, viene accompagnata lungo tutti gli oltre 10 minuti del brano da guest-musicians (16 cantanti e 16 chitarristi!) appartententi tutti a note formazioni della scena greca (Airged L’amh, Crush, Sacred Outcry, Reflection e molti altrii). Il pezzo, tecnicamene, non è nulla di eccessivamente strabiliante, anzi un po’ prolisso, ma non è questa la cosa più importante di certo.
Da qui in poi seguono i brani individuali di gruppi più o meno validi. Evito con piacere di stilare una multi-recensione di ogni singola traccia con relativo richiamo alla band perché sinceramente sarebbe una cosa molto lunga (se non noisa) da leggere più che da scrivere. Sommariamente possiamo dire invece che la compilation si difenda abbastanza bene, presentando pezzi di gran pregio da una parte e materiale meno impressionante ma per nulal anonimo dall’altra.
Al vertice troviamo i veterani Reflection con la loro riproposizione dell’oscura danza ascetica “The Sorceress”. In verità vi dirò che per quanto le scelte compositive siano tutto sommato abbastanza prevedibili e a volte elementari per l’esperienza del gruppo, rimane il fatto che solo perché lo suonano loro, il pezzo conquista un’aura di sacralità imprescindibile. La track più accattivante dell’intero lotto.
Al “secondo posto” troviamo nientemeno che un inedito (!!) dei Raging Storm, “In Metal We Trust”, che si aggiudica la corona di vincitore per quanto riguarda la brillantezza del songwriting: brillanti melodie tipicamente HM, cambi di tempi dinamici e azzeccatissimi, una voce tagliente e carismatica..dal punto di vista tecnico non manca niente a questi ragazzi insomma!! Il risultato è un’anthem dove la sincera attitudine di questi 5 ragazzi viene perfettamente espletata da un athem per nulal banale sotto qualsiasi aspetto. Si può forse chiedere di più?
Seguono a ruota i BattleRoar con un “Victotious Path” (rough mix), prova convicente ed entusiasmante del loro Epic Metal ottantiniano dall’incedere maestoso ed aggressivo. Rimandiamo il giudizio su di loro alla recensione del loro debut omonimo di recente uscita.
Il resto delle bands (col massimo rispetto) si piazza su un livello più omogeneo, spaziando dall’heavy classico più aggressivo (Wolfcry, Marauder, Metal Edge) ad accese inflessioni melodiche (Phantom Lord e Mystery) ed addirittura a briose deviazioni simil-progressive (Dream Weaver).
Ognuno di questi brani è abbastanza carino, ci mancherebbe; tuttavia indubbiamente essi risultano troppo schematici e lineari per colpire fulminiamente come invece “The Sorceress”, “In Metal We Trust” ed anche “Victorious Path”.
Si tratta insomma di altri 6 brani che ci fanno vedere le varie sfumature del metallo classico, magari con qualche accenno simpatico, ma senza strafare.
Morale della favola? L’underground greco (in campo heavy classico e non) mostra nuovamente che ha veramente qualcosa da dire, sa organizzarsi e si da fare per promuovere la propria musica e non solo. Teniamolo d’occhio!
Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli
1) Stream of Nothing (Mortal Affair)
2) Dying of Innocence (Wolfcry)
3) The Sorceress (Reflection)
4) Bastards (Marauder)
5) Wings of Forever (Dream Weaver)
6) Victorious Path (BattleRoar)
7) No Stains (Phantom Lord)
8) Judgement Day (Metal Edge)
9) In Metal We Trust (Raging Storm)
10) The Quest (Mystery)