Recensione: Mountain
Leggendo le note biografiche dei Nubian Rose, la prima sensazione che si prova è quella di scetticismo.
E vi spiego subito il perché: ogni settimana si affacciano sul panorama musicale decine di nuove realtà provenienti dal nord Europa (e questa band arriva proprio da lì) con un avvenente frontwoman come cantante (e anche qua, in questo ruolo troviamo una bella fanciulla) e tante belle speranze, spesso, mal riposte. Di primo acchito viene naturale pensare “ecco l’ennesimo gruppo dalle venature gothic sinfoniche creato con lo stampino”.
E invece questo sestetto – capitanato da Sofia Lilja, svedese di origini africane e conosciuta in patria come vocal coach del talent televisivo “Idol” – con “Mountain” mette a segno un bel colpo: dieci tracce di hard rock con chiare radici 80’s, piacevolissime e di pregevole fattura.
Pur rifacendosi allo stile in auge qualche decade fa, la band propone un sound fresco e soprattutto potente che risalta ancora meglio la prova non solo della bella vocalist, ma anche del resto della band anche grazie al lavoro di produzione e mixaggio di Tobias Lindell, con un curriculum di tutto rispetto (Europe, Heat, Hardcore Superstar).
La partenza è subito energica con “Ever see your face” e “Mountain”, una doppietta che ci fa subito apprezzare la potenza vocale di Sofia e la grinta del resto della band che in “Living for tomorrow” vede presente anche Kee Marcello insieme alle due asce titolari – Christer Akerlund e Thomas Lindgren – a creare un tappeto di chitarre roccioso e dinamico.
I ritmi calano quando ci troviamo al cospetto di “How am I”, una ballad sinfonica in cui la singer mette la sua voce al servizio della melodia e del romanticismo, fornendo una prestazione vocale emozionante e da pelle d’oca.
La band rialza subito il ritmo con “Get ready”, brano che strizza l’occhio agli Scorpions degli anni d’oro con riffoni da headbanging e coro da stadio.
L’ascolto dell’album procede gradevolmente con le varie “Once bitten” e “Reckless”, tutte con una struttura portante solidissima anche grazie alle tastiere mai invasive di Fredrik Akerlund e alla sezione ritmica di David Algesten alla batteria e Henrik Uhrbom al basso.
Sul finale troviamo la cover della celebre “Close my eyes forever” di Lita Ford, con cui la vocalist rende simbolicamente omaggio a tutte le “Ladies of rock”.
Il disco si chiude con “Sisters”, altra cavalcata che arriva direttamente dall’ hard rock americano anni 80 e chiude degnamente questo ottimo esordio discografico che, chiaramente, non inventa nulla di nuovo, ma oggi i Nubian Rose fanno meglio di molti mostri sacri che tentano di riaffacciarsi nel music business moderno.
D’altronde le premesse c’erano tutte, tecnica ed esperienza da parte di musicisti, ottima cantante e grande produttore.
Sarebbe stato un peccato mortale se avessero fallito. Fortunatamente non è stato così!
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Tracklist:
01. Ever See Your Face
02. Mountain
03. Living For Tomorrow
04. How Am I
05. Get Ready
06. Your Love
07. Once Bitten
08. Reckless
09. Close My Eyes Forever
10. Sisters
Line-up:
Sofia Lilja – Voce
Christer Åkerlund – Chitarra
Thomas LIndgren – Chitarra,
Henrik Uhrbom – Bass
David Algesten – Batteria
Fredrik Åkerlund – Tastiere