Recensione: Mr. Moonlight
Dopo i monumentali successi che i Foreigner avevano collezionato alla fine degli anni settanta e negli anni ottanta, tra i quali autentiche pietre miliari dell’arena rock quali “Head Games”, “4” e “Agent Provocateur”, per la band all’alba dei nineties arrivò il momento di una dolorosa diaspora: da un lato il chitarrista Mick Jones e soci e dall’altra il cantante Lou Gramm.
Tra i pomi della discordia, a quanto pare, anche la direzione musicale seguita dal gruppo, nel quale convivevano due anime, una orientata verso il rock’n’roll più tirato (anche se patinato come da dettami dell’ AOR), l’altra più interessata a produrre quante più ballad tipo “I wanna know what love is” possibili (la succitata canzone aveva portato i Foreigner ad essere apprezzati anche presso un pubblico poco avvezzo all’hard rock).
Jones porta con sé il prestigioso monicker, si unisce al cantante Johnny Edwards, già nei King Kobra, e sforna il buon “Unusual Heat”, in realtà molto più r’n’r di quanto ci si potesse aspettare. L’album tuttavia, è ben lontano dal raggiungere le posizioni in classifica dei suoi predecessori.
Per Lou Gramm, che aveva licenziato già nel 1987 un platter di eccellente fattura, “Ready or Not”, dal quale fu estratto anche il singolo, “Midnight Blue” – volato abbastanza alto nelle classifiche statunitensi – seguito da “Long Hard Look” (meno a fuoco), c’è anche l’occasione nel 1991 per unirsi a nomi come Kevin Valentie, Bruce Turgon e Vivian Campbell (futuro Def Leppard), per il fantastico unico album degli Shadow King, autentica gemma del melodic rock.
Nel 1994, appianate le divergenze musicali e arruolati proprio Bruce Turgon al basso, Mark Shulman alla batteria e Jeff Jacobs alle tastiere, Gramm e Jones tornano ad incrociare le loro vite artistiche, riportando sul mercato i “veri” Foreigner con “Mr. Moonlight”.
Il CD si apre con una eccellente triade di canzoni che non premono l’accelleratore più di tanto sul versante dell’hard rock.
“White lie” è, infatti, una veloce ballata elettrica, caratterizzata dalla graffiante voce di Gramm. I giri diminuiscono con “Rain”, in cui emerge tra l’altro il piano di Jacobs, che apre la strada alla bellissima “Until the end of time”, con ancora una prestazione maiuscola di Gramm.
“All I need to know” riprende lo schema di “White lie”, mentre con “Running the Risk” siamo alle prese con un sontuoso pop-rock di gran classe.
Tastiere evocative e chitarra acustica introducono la solenne “Real World”, ed atmosfere ancora liquide e dalla forte connotazione melodica ritroviamo in “Keep Hoping”, condotta dalla chitarra elettrica in funzione solista.
E mentre “Hole in my soul” è quasi un folk rock un po’ alla “To Be With You” dei Mr. Big, ci vogliono “Under The Gun” e i suoi riffoni chitarristici e la strampalata “Big Dog”, con il suo sassofono impazzito e i suoi vocals cavernosi, per rammentarci che i Foreigner sono la band che ha saputo regalarci in passato potenti rockers come “Cold As Ice” e “Juke-Box Hero”.
Il cadenzato pop-rock di “Hand On My Heart” chiude un album di ottima fattura sia dal punto di vista compositivo che degli arrangiamenti, proponendo un rock adulto e maturo che lascia in bocca giusto un lieve retrogusto “amarognolo” proprio in relazione alla mancanza di un numero più elevato di brani di maggiore impatto hard rock, in favore di gustose ballate.
Dopo “Mr, Moonlight”, che comunque non andrà oltre il 136° posto nella classifica di Billboard , le strade del cantante si separeranno ancora, a causa di motivi di salute, dai Foreigner, i quali continueranno a calcare i palchi di mezzo mondo con una energica formazione all-star nella quale spiccano i nomi di Jason Bonham (Bonham, Airrace e Virginia Wolf fino ad allora nel suo curriculum) alla batteria e Kelly Hansen, già cantante degli Hurricane, alla voce.
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Tracklist:
01. Under the Gun
02. Rain
03. Until the End of Time
04. White Lie
05. Big Dog
06. Real World
07. All I Need to Know
08. Hole In My Soul
09. I Keep Hoping
10. Running the Risk
11. Hand On My Heart
Line Up:
Mick Jones – Chitarra / Piano / Cori
Lou Gramm – Voce
Bruce Turgon – Basso / Cori
Jeff Jacobs – Piano / Tastiere / Cori
Mark Shulman – Batteria / Cori