Recensione: Multi-Dimensional Fractal-Sorcery And Super Science

Di Fabrizio Meo - 13 Ottobre 2013 - 0:01
Multi-Dimensional Fractal-Sorcery And Super Science
Band: Gigan
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2013
Nazione:
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80

 

«… nei furiosi sciabordii delle maree
l’altro inverno, più sordo d’un cervello di fanciullo,
ho corso! E le Penisole salpate
non subirono mai caos così trionfanti.

La tempesta ha benedetto i miei marittimi risvegli.
Più leggero d’un sughero ho danzato tra i flutti
che si dicono eterni involucri delle vittime,
per dieci notti, senza rimpiangere l’occhio insulso dei fari!

Più dolce che ai fanciulli la polpa delle mele mature,
l’acqua verde penetrò il mio scafo d’abete
e dalle macchie di vini azzurrastri e di vomito
mi lavò, disperdendo àncora e timone.

E da allora mi sono immerso nel Poema
del Mare, infuso d’astri, e lattescente,
divorando i verdiazzurri dove, flottaglia
pallida e rapida, un pensoso annegato talvolta discende…».

(Arthur Rimbaud – Il battello ebbro)

Con il “proemio del veggente dei veggenti” vi piaccia d’esser guidati dalla mia ombra virgiliana nel viaggio interstellare di “Multi-Dimensional Fractal-Sorcery And Super Science”, terzo sortilegio discografico dei Gigan, creatura concepita nel 2007 dalla fervida mente dello sciamano-cosmonauta Eric Hersemann (ex chitarrista Hate Eternal).

Gigan è una parola giapponese che sta per “falso occhio” in riferimento alla possibilità dell’uomo di andare al di là della mente, come lo stesso leader afferma: «… era giunto il momento di mettere su qualcosa di mio. L’unico limite sarebbe stato la mia immaginazione…».

La musica esiste prima dell’uomo stesso. Prima che orme solcassero le terre, soniti, fragori, boati, crepitii di creazioni e distruzioni già tempestavano lo spazio caotico scandendo incessantemente vita e morte. I Gigan sviscerano l’essenza primigenia della musica, il rumore dei mondi, degli astri, l’impatto del corpo celeste, la scia luminescente. Ermetismo, gravosità, follia, di chi indaga l’inconosciuto.

Il trio di negromanti disegna pattern inconsueti, si immerge fra le trame dei Voivod, i minimalismi degli Orthrelm, la psichedelia spaziale dei gloriosi Hawkwind, le tortuose oscurità di casa Gorguts (per citare alcune influenze), distribuendo qua e là dosi pesanti di brutal lietamente ben accette. Il risultato è originale e soprattutto unico e personale. Il growl cupo di Eston Browne riecheggia da dimensioni aliene dilatandosi spesso in un acido urlo stridente e disperato, inasprito ancor più dal drumwork di Nate Cotton, fatto di ritmiche deliranti e raffiche sparse d’inquietanti blast-beats che schiantano improvvisamente al suolo. Hersemann è il poliglotta libero, il Prometeo senza catene, conosce il fuoco del metallo della morte e le lingue dell’assenza gravitazionale, celebra il rito della cosmogonia e dell’orbita neonata con ardite sperimentazioni noise, sonorità stoner-groove, distorsioni insane, cacofonie allucinate, dissipando in tal modo ogni certezza acquisita dall’intelletto.

“Multi-Dimensional Fractal-Sorcery And Super Science” è in definitiva una proposta musicale immaginifica, horror, fantasy, lovercraftiana, un lavoro ambizioso con un dolce retrogusto di nuovo che vi attrarrà fatalmente. I Gigan rappresentano una delle realtà a mio avviso più innovative e interessanti dell’attuale scena musicale estrema. Un labirinto assorbirà sensi e percezioni. Ignorerete ogni filo d’Arianna che possa trarvi fuori.

D’altronde, «il viaggio (sia fisico che mentale) è l’unica cosa che conta. Tutto il resto è delusione e fatica». (L. F. Céline)

Fabrizio Meo
 

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