Recensione: Music from the Astral Worlds
Continua l’incessante opera di archeologia metallica da parte della Minotauro Records di Marco Melzi. L’ultimo nato in ambito HM italiano è un cofanetto, estremamente curato – da sempre un must per l’etichetta di Pavia – e di facile fruibilità contenente svariato materiale a nome Tony Tears, aka Antonio Polidori, artista legato alla corrente plumbea dell’Acciaio con un passato di rilievo: Zess e Abysmal Grief, solo per citare due delle band che l’hanno visto coinvolto in prima persona.
Riportando pari pari la definizione del suo lavoro per tramite delle stesse parole di Tony… il progetto solista Tony Tears nacque nel 1988/89 con l’intenzione di riportare in musica le mie idee ed esperienze spirituali , tanto che lo definii un diario musicale personale. Proprio per questo motivo il progetto solista Tony Tears inizialmente non doveva essere commercializzato, per molti anni ci furono solo registrazioni amatoriali e demotapes venduti direttamente da me e molto rari. Per diversi anni il mio obiettivo principale nella musica fu incentrato nel fare il chitarrista nella bands, dove suonai (e suono) in bands piuttosto note della scena underground genovese. La differenza sostanziale in Tony Tears è che essendo un diario musicale incentrato sul rock oscuro a 360 gradi e sapendo suonare diversi strumenti era quello di fare tutto (o quasi) da solo. Passarono dunque diversi anni prima che dalla sua nascita uscì un lavoro ufficiale (anche se su un demo Cd) e ciò accadde nel 2000 con “Fears And Sensations in The Claustrophobic Mirror” (ristampato dalla Doom Cult Records nel 2013). Dall’uscita di questo primo album uscirono altri lavori (albums, mini Cd, 7 pollici); questi lavori furono in ordine “The Reality before All” 2004 demo Cd, “Le Entità della Salvazione” 2004 7 pollici split, “All my Black” 2007 mini Cd, “Voci dal Passato” 2009/2010 cd, “Vortice” 2014 Cd. Considerando che il nome iniziava a diffondersi decisi di far diventare il mio progetto solista più “commerciale” iniziando ad inserire qua e là collaboratori e quando le finanze lo permettevano anche una spetto grafico professionale ai miei lavori. Le influenze che caratterizzavano e che caratterizzano il progetto Tony Tears spaziano dal rock più elettronico e strumentale anni 70 (Goblin, Klaus Shulze, Popol Vuh ecc.) il rock e il metal sia italiano che internazionale (The Black, Antonius Rex, Paul Chain, Death SS, Black Sabbath, Deep Purple, Eloy, Pink Floyd, Judas Priest ecc.). Oggi in Tony Tears mantengo le caratteristiche principali del progetto ma ho deciso di inserire musicisti “fissi” per i pezzi più rock/metal, sia per renderli più professionali sia per aprire la possibilità in futuro di fare esibizioni live!
Il cofanetto cartonato griffato Minotauro contiene, nell’ordine: le sei copertine cartonate singole corrispondenti alle altrettante uscite ricomprese all’interno di Music From The Astral Worlds (2000-2014), tre affascinanti alloggiamenti per i cd con delle bellissime cover e un poster 24 x 36 cm con numerose foto, disegni e la storia del progetto Tony Tears sia in lingua italiana che in lingua inglese.
Estremamente variegata e versatile la qualità delle più di tre ore di musica alloggiata in Music From The Astral Worlds, come peraltro sottolineato dallo stesso artista ligure in uno degli allegati cartacei. Come spesso accade in operazioni di tale portata, molto ondivaga risulta essere la resa sonora fra i vari lavori, realizzati evidentemente in situazioni e in ambiti tecnici diversi. Fra gli highlight, direttamente dalle registrazioni di Vortice (2014), si staglia la sulfurea Sepolcro del Tempo così come trasognanti appaiono le atmosfere liquide emanate da Fiamma dello Spirito, fra le tracce di Voci dal Passato (2010). Da brividi l’organo protagonista dei pezzi compresi in The Reality before All (2004), sorprendente l’italianissima Evoluzione dell’Anima (All my Black, 2007) e, anche se parrebbe pleonastico sottolinearlo, dato il titolo, brividi sepolcrali quelli forniti da Statua di Cimitero, tratta da Fears And Sensations in the Claustrophobic Mirror, del 2000.
Nella speranza di veder uscire in futuro, a nome Tony Tears, un lavoro maggiormente focalizzato preferibilmente accompagnato da una vera band che lo possa anche proporre in ambito live, come auspicato dallo stesso polistrumentista ligure e il tutto associato a una qualità del suono maggiormente curata, Music From The Astral Worlds cristallizza un patrimonio che altrimenti sarebbe rimasto relegato principalmente agli ambienti di culto. Un interessante manifesto di un artista peculiare, misterioso, che ha contribuito a scrivere alcuni passaggi della storia dell’heavy metal italiano dalle tinte cupe.
Stefano “Steven Rich” Ricetti