Recensione: Mutation
Un logo che ricorda da vicino i White Wizzard ed un nome che invece fa invece venire in mente qualche imprecisato appartenente alla scena glam losangelina. Il biglietto da visita dei francesi Toxxic Toyz porta il nome di Mutation, seconda opera di un quintetto dedito ad un heavy tinto di parecchie venature prog tutt’altro che sgradevoli. La durezza ed il crudo impatto delle composizioni di questo dischetto fanno ricadere il sound dei cinque in influenze quasi thrash ed il riffing serrato della coppia d’asce formata da Arvi Kaint e Fred Burst rendono il tutto ancora più duro e splendente d’acciaio cromato.
Venendo introdotti al corpo del disco da un’intro dall’esplicito titolo di Bang, è chiaro che il riff iniziale dell’opener non potrà che essere veramente ben riuscito e, fortunatamente così è, visto che Racing The Clock corre a tutta velocità verso lidi quasi power/speed. Il difetto fondamentale di questo brano e che, in parte, verrà riscontrato anche successivamente, è l’eccessiva lunghezza delle composizioni e, soprattutto, dei loro finali strumentali, talvolta troppo prolissi. Ostica anche la coda della successiva Chaos che, come dice il nome stesso, parte in modo completamente differente rispetto a come finisce, creando invero un po’ di confsione.
Le cose, fortunatamente, migliorano decisamente con Time For Action, brano azzeccato e trascinante come pochi altri, tant’è che si candida a pezzo migliore dell’intero disco con il suo incedere molto vicino al prog per toccare lidi non necessariamente legati all’heavy metal. Con Innocent Blood si torna ad un riffing più immediato e di scuola thrash, quindi quadrato e compatto nonché estremamente potente. Cambi di tempo piuttosto frequenti ed atmosfere oscure caratterizzano Worth Gold che, però, risulta tra i meno riusciti del lotto per il suo andamento fin troppo lineare e privo di schegge impazzite come ci hanno abituato i pezzi precedenti.
Passando a The Plague, si viene catapultati in un brano dal grande impatto e con linee vocali metricamente più libere, le quali sono alla base di questa canzone e la rendono più varia ed al contempo di più difficile assimilazione.
Le ultime tre canzoni, caratterizzate dal concept che le accomuna, si rivelano abbastanza varie con In The Garden che si pone come brano variegato con digressioni prog, mentre la successiva Reasons Of Our Fall è una semiballad dai toni soffusi che ricorda qualcosa degli Skid Row periodo Bach, ma anche in questo caso il finale è esageratamente tirato per le lunghe. Il tutto si chiude con la titletrack Mutation, brano estremamente roccioso sulla scia dei migliori Accept, quindi heavy metal puro senza compromessi. In realtà c’è ancora spazio per una ghost track, un cervellotico semi-strumentale molto progressive che aggiunge un tocco di ulteriore imprevedibilità al tutto.
La disamina dei brani ha portato a considerare i Toxxic Toyz un ibrido tra più generi: heavy, thrash e prog. Il problema del gruppo è che talvolta non riesce a prendere una strada con decisione, facendo in modo che tutte le anime del proprio sound convivano in maniera equa, ma vi sono episodi troppo sbilanciati verso questa o quell’altra sfumatura. Detto ciò, va dato atto alla formazione transalpina che il gusto e la tecnica sono elementi di cui Mutation non difetta per niente, ma andrebbero solo dosati in maniera migliore.
Concludendo, il secondo album dei Giocattoli Tossici non fa gridare al miracolo, ma si assesta su buoni livelli, non dimenticando di strizzare l’occhio alla ruvidità primitiva dell’heavy metal con una produzione rocciosa e potente. Una sufficienza più che meritata per una band che, viste le doti, potrebbe veramente fare qualcosa in più.
Andrea Rodella
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Tracklist:
1 – Bang
2 – Racing the Clock
3 – Chaos
4 – Time for Action
5 – Innocent Blood
6 – Worth Gold
7 – The Plague
8 – In the Garden
9 – Reasons for Our Fall
10 – Mutation
Durata: 60:27 min.
Lineup:
David McBee – Vocals
Fred Burst – Guitar
Arvi Kaint – Guitar
Tomy Bones – Bass
Rick Pride – Drums