Recensione: Myopia
Sicuramente è presto per dirlo, ma questo “Myopia”, frutto della collaborazione tra Thou e Mizmor, ha tutte le carte in regola per piazzarsi sul podio della mia year end list. Se l’epilogo fosse davvero questo, sarebbe curioso come in 2 degli ultimi 3 anni ad occupare i primi posti dei miei ascolti siano stati dischi risultanti non già da vere e proprie band, bensì da collaborazioni più o meno estemporanee. È successo nel 2020 con “Stygian Bough: Volume I”, che ha visto i doomster di Seattle Bell Witch unire le forze con il cantautore statunitense Erik Moggridge (aka Aerial Ruin), e riaccade nel 2022 con “Myopia”.
Che dire dei gruppi coinvolti in questo nuovo progetto? I Thou, attivi dal 2005, sono tra le realtà più interessanti e prolifiche dello Sludge contemporaneo a stelle e strisce. Con un catalogo qualitativamente e quantitativamente impressionante, non sono certo nuovi a esperienze collaborative. Basti pensare a “Everyday, Things Are Getting Worse” con i The Body o al più recente “May Our Chambers Be Full” con Emma Ruth Rundle: due esempi, a cui si aggiunge “Myopia”, della spiccata versatilità del sestetto di Baton Rouge (Lousiana), capace di adattarsi alle caratteristiche artistiche dei partners senza venire meno ai propri fondamentali stilistici.
Mizmor, moniker dietro a cui si cela il polistrumentista di Portland A.L.N., esordisce invece nel 2012 e nell’arco di un decennio, grazie a lavori come “Yodh” (2016) e “Cairn” (2019), si è imposto sulla scena underground grazie a un blend unico a base di Doom, Black, Drone e Ambient.
“Myopia” è uscito intorno alla fine dello scorso aprile per l’etichetta statunitense Gilead Media. La sua organicità, per nulla scontata in questo tipo di produzioni, testimonia la perfetta complementarità tra le due band. Sebbene il marchio di fabbrica di Mizmor si ritrovi ampiamente nella opener “Prefect”, un Black Doom che rasenta i limiti del Drone nel finale, e di “Drover of Man”, che alterna rallentamenti claustrofobici ad accelerate con tanto di tremolo picking, è lo Sludge dei Thou a prevalere nella struttura dei brani, ma sempre arricchito dai contributi di Mizmor rintracciabili tanto negli apporti melodici quanto nei growl d’oltretomba e nei passaggi di matrice Funeral Doom.
Sebbene pervase da suddetti elementi, risultano più affini al back catalogue del combo della Lousiana episodi come la compatta e granitica “Subordinate”, “The Host”, che in alcuni frammenti testimonia la devozione dei Thou per il rock alternativo dei primi anni Novanta, l’eccezionale Doom della title track e lo Sludge fangoso di “Indignance” e “Manifold Lens”, probabilmente i due passaggi migliori del platter, e della conclusiva “The Root”. Il tutto è caratterizzato da un approccio alla produzione che rispecchia l’etica DIY dei musicisti coinvolti nel progetto.
Ho avuto un abbondante assaggio di “Myoia” all’ultima edizione del Roadburn Festival, tenutosi a Tilburg lo scorso aprile, dove Thou e Mizmor sono saliti sul palco per un set collaborativo di circa 45 minuti, ma ascoltato nell’interezza dei suoi quasi 75 minuti l’album è devastante sotto il profilo musicale e stremante sotto quello emotivo. A quanti ci si vogliono accostare (immagino gli appassionati del Doom/Sludge più estremo) mi permetto di consigliare di concedergli tutto il tempo di cui necessita. Con 8 pezzi che raramente scendono sotto i 9 minuti, è un ascolto provante e non adatto a passaggi ripetuti e ravvicinati, ma veramente apprezzabile solo sul medio-lungo periodo.
Come penso emerga da queste righe “Myopia” non snatura i tratti distintivi della proposta di Thou e Mizmor: i suoi principali punti di forza non risiedono tanto nella varietà o nel tentativo di creare qualcosa di nuovo, quanto nella spontaneità e nella freschezza delle idee, nella volontà di questi artisti di rimettersi in discussione e nella loro costante tensione e apertura alla sperimentazione.