Recensione: N.O. Hits At All Vol.4

Di Simone Volponi - 25 Aprile 2018 - 18:18
N.O. Hits At All Vol. 4
Band: Nick Oliveri
Etichetta:
Genere: Stoner 
Anno: 2018
Nazione:
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Quarto appuntamento per la serie “N.O. Hits At All” dedicata a Nick Oliveri dalla Heavy Psych Sounds Records. Si tratta di EP dove vengono raccolte tutte le collaborazioni registrate nel tempo dal cantante-bassista ex Kyuss e Queens Of The Stone Age, un lavoro di setaccio che va a scovare perle rare e interessanti tra la miriade di progetti dove il nostro si è trovato invischiato.
Il quarto volume, come gli altri diviso nei classici Side A e Side B, parte sfrontato con il punk rock di “Walk On”, realizzato da Oliveri per il suo album a nome The Uncontrollable con tutti gli strumenti suonati da lui medesimo, dove troviamo subito la sguaiata voce da coyote del deserto, riottoso e a briglie sciolte, in puro spirito do it yourself. Segue lo stoner pachidermico e sbilenco “Identify, Isolate, Manipulate” eseguita insieme ai Biblical Proof Of Ufos, misconosciuta band underground dell’Ohio che probabilmente trova in questo pezzo l’apice della propria carriera grazie proprio alla performance di Nick.
La cover “Endless Vacation” dei Ramones viene estratta dall’album “Death Acoustic”, un esperimento chitarra-voce di qualche anno fa, e viene riportata con una interpretazione acida e selvaggia ma anche densa di ironia slabbrata, mentre brilla “Hanging Low” con i Loading Data (notare come il buon Nick ci tenga a precisare di non ricordare affatto chi suona cosa in questo frangente), un pezzo vicino ai suoi Queens Of The Stone Age, psichedelico e sghembo, con il riff grasso e il ritornello incisivo nel suo essere malato.
Fuck You Up And Get High” è una scheggia punk impazzita partorita e urlata insieme ai The Dwarves, talmente breve che ti chiedi se sia esistita davvero… infatti ci ritroviamo immediatamente dentro il surf-rock di “Super Hero” dei He Who Can Not Be Named (sempre i The Dwarves sotto mentite e più candide spoglie), un pezzo piacione che non starebbe male in un disco dei Foo Fighters.
C’è poi “Don’t Believe” cantata da Nick per i Rattlin’ Bones, un altro esempio di punk rock venato di stoner affrontato con foga delinquente, che dimostra come un pezzo tutto sommato molto ordinario possa funzionare e farsi accattivante se esce dalla lingua e dal palato di un rocker di razza. Un’ altra cover dei Ramones, “Susy Is A Headbanger”, suonata e cantata nell’ambito del progetto “Ramones For Kids” con tanto di coro dell’Antoniano in salsa punk, chiude questo ennesimo breve excursus tra le NO Hits e conferma la buona idea di mettere ordine nella carriera di un musicista tanto versatile quanto irrequieto. Le otto tracce qui presenti, come nei precedenti volumi, offrono un ascolto veloce e piacevole attraverso le vibrazioni più disparate del rock nella vena selvaggia di Nick Oliveri.

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