Recensione: Naked Light
Bella prova di composizione questo primo demo degli italiani Naked Light. La band suona un genere molto interessante che appare libero dai canoni del power italiano in favore di contaminazioni degli anni settanta che possano ampliare e approfondire il concetto di metal classico.
Esistono differenti motivazioni per apprezzare questo demo di quattro brani, in primo luogo la personalità dei Naked Light, sebbene si tratti di una band ancora senza contratto i cinque ragazzi mostrano una professionalità e un carisma invidiabili. L’obiettivo della band tricolore è quello di trovare un sound indipendente che possa essere personale e libero dai trend imperanti nella scena italiana. La linea compositiva del gruppo si muove in due direzioni, da una parte la tradizione metal, dall’altra l’eco del rock degli anni settanta. In questo senso i nostri cinque italiani si affidano a un cantante versatile e carismatico (nella demo viene fornito solo il nome Andrea) il quale riesce a spaziare agilmente tra interpretazioni decisamente metal e improvvise aperture rock dal forte valore artistico. Un altro ottimo aspetto del sound di questi ragazzi sono le tastiere, questo strumento risente delle influenze psichedeliche dei seventies, una caratteristica vincente. La produzione del disco è molto valida se si considera la difficoltà attuale di avere una buona resa sonora per una band senza contratto. Sebbene non si possa parlare di prog metal i Naked Light mi hanno rimandato a nomi storici del metal italiano come gli Headless, i Black Jester del primo periodo e gli Zen. La prima “Lake of fire” mostra tutte le migliori caratteristiche della band, una salda impalcatura chitarristica sostiene le parti vocali e le melodie avvolgenti delle tastiere. Più ambiziosa “The great escape” si muove su canoni cambievoli alternando parti veloci ad aperture vocali dal forte refrain melodico. La maturità della band emerge nettamente con la terza “Storm visions” dove la voce di Andrea spazia tra canoni rock e accelerazioni metal, la preparazione strumentale di questi ragazzi è veramente notevole. La conclusiva “Far beyond the naked light” continua sulla falsa riga delle precedenti mostrando un’ossatura ritmica più potente e frontale, credo che questo pezzo possa essere un buon cavallo di battaglia in sede live. In conclusione non posso che fare i complimenti a questi ragazzi augurando loro di trovare chi possa supportare la loro musica e portarli alla realizzazione del primo album ufficiale.
Lake of fire
The great escape
Storm visions
Far beyond the naked light