Recensione: Necrospective
Il nome Natron qui in Italia gode di un’ottima fama (meritata quantomeno per l’impegno e la dedizione con cui hanno attraversato a lungo la scena), e c’era da aspettarsi una raccolta di questo genere. Qualcosa di sicuro dedicato ai fan più fedeli, che però difficilmente raggiungerà il cuore e le orecchie di chi non è attaccato al gruppo in maniera particolarmente dedita.
Death metal brutale e molto tecnico, al punto che qualcuno li considera i Suffocation della nostra bella penisola; sicuramente non sono raccolte come queste che possono alimentare una simile idea, visto che la qualità dei pezzi dei lavori selezionati lascia sinceramente un po’ a desiderare. Suonare in maniera così tecnica e brutale è una sfida difficile, e non voglio certo mettermi a discutere le capacità dei Natron; semplicemente metto in dubbio il fatto che una simile raccolta sia adeguata a mostrare al pubblico quanto effettivamente possa valere la band italiana.
Si parte con i pezzi di Hung, Drawn & Quartered, il cd che li aveva lanciati in Italia, uscito ai tempi in cui ancora esisteva la grandissima Headfucker Records (che per chi non lo sapesse ha prodotto anche lavori di Exhumed e Cephalic Carnage, tanto per citare due nomi noti). Molto bella “Enthroned In Repulsion”, anche se è di “Elmer The Exhumer” che il gruppo ci ripropone in fondo al cd una versione completamente riregistrata. In questi primi brani si nota parecchio l’attaccamento al modo di suonare delle band brutal più tecniche e intricate, come appunto i Suffocation. Peccato per la registrazione, che il remastering non ha poi tanto migliorato…
Abbiamo poi le tracce tratte dal demo A Taste Of Blood, per le quali vale indicativamente lo stesso discorso di prima. Francamente non trovo granchè coinvolgenti i brani di questo lavoro, fatta eccezione per alcuni stralci presi in vari punti. Non esiste però una traccia che per intero mi coinvolga. E peggio ancora se parliamo di Force, altro loro lavoro inserito in questa raccolta, che testimonia quello che erano i Natron delle origini. Trattasi infatti del loro primo demo, dove i nostri si divertivano a sparare pezzi in puro grindgore stile, brevi e diretti. La cosa carina è notare l’evoluzione a cui è stata soggetta la loro attitudine (musicale) col passare degli anni. Ascoltando bene le canzoni in realtà si lascia già intravedere la loro voglia di esprimersi in altri termini, con canzoni più elaborate, al punto che più di un episodio sembra in realtà un esperimento troncato, in attesa di un seguito…
Lo ripeto ancora, la raccolta è solo per i fan… Non cercate di scoprire la band partendo da qui perchè onestamente potreste rimanere delusi. Conoscendo quello che sono stati in grado di fare i Natron in seguito non ha senso secondo me cercare un approccio che parta dalle origini… almeno non nel loro caso. Il voto poteva anche essere qualcosa in più, ma in fondo di materiale veramente inedito qua c’è poco o nulla (la versione riregistrata di “Elmer The Exhumer” e tre video live). Un giusto tributo ad una band degna della massima attenzione, ma che francamente non mi sento di consigliare a chiunque.
Matteo Bovio