Recensione: Necrotechnology
Oddio… Uniti al caldo che comincia a tormentare le giornate, gli effetti collaterali di questo demo sono letteralmente devastanti! C’è una piccola selezione di demo che considero piccoli capolavori, da custodire gelosamente dalle manacce altrui: con quello di questi Death Mechanism il numero sale di una unità. Una sorpresa totale, introdotta da un artwork che avevo trovato poco invitante; poco male, ci ha pensato subito la musica del combo nostrano a correggere il tiro. Proviene dai pressi di Verona il trio che si cimenta in questo arrongantissimo surrogato di Thrash suonato come cazzo si deve; un trio rimasto un po’ indietro nel tempo, per la gioia e il diletto di tutti coloro che affogano nel piacere quando si trovano in mano simili parti di menti anacronistiche.
In realtà qualche sterzata, anzi, diciamo vago richiamo, a qualcosa di più moderno c’è: nella prima “Unknown Pathology” si ode qua e là un accenno alle sonorità dei Necrodeath di Mather Of All Evil – Black As Pitch. Accenni probabilmente involontari, probabilmente nati per le simili influenze. I Death Mechanism si attaccano però con molta più tenacia al sound dei mostri tedeschi che diedero vita a quel capolavoro di Agent Orange. Impossibile non notare le somiglianze con i Sodom di quel periodo, così come con i primi Destruction. Somiglianze che sono in fondo il motivo di orgoglio del gruppo: non si parla di plagio o scimiottamento, si parla di un combo che ha riportato in vita determinate sonorità e ne ha dato una propria personale visione.
Da buoni thrasher i nostri farciscono il lavoro di break slayeriani, assoli sparatissimi (ma sensati), e tutto il necessario per ricreare l’atmosfera giusta. Eccellente il lavoro di Pozza, compositore di tutti i pezzi: se la cava alla grande nel cantato, pur rimanendo sempre sulla stessa timbrica, e macina un riff dietro l’altro, talvolta su palm-muting da headbanging furioso, talvolta con pennate velocissime tanto per reggere il gioco di Rambo (batteria). I pezzi poi suonanano molto d’impatto, senza eccessive ed innaturali sovraincisioni: insomma, il trio si comporta come un trio…
Il culmine si raggiunge in chiusura, con “Fusion-Man-Weapon“: un pezzo completamente in your face, caratterizzato da eccellenti stacchi e break, che in meno di tre minuti riassumono le potenzialità del gruppo. Soprattutto mostrano la maturità compositiva senza bisogno di numeri da circensi.
Ce la vogliamo mettere anche una buona registrazione? Nulla di galattico, ed è meglio così. Tutto è nitido, ma non tanto da suonare finto. Un pizzico di potenza in più sono sicuro che porterebbe ulteriori punti, ma con questo suono è più facile per i nostri ottenere un richiamo diretto ai già citati grandi nomi del passato.
Mi fermo qui, penso di aver già detto tutto il necessario. Un lavoro imperdibile per tutti coloro che domenica erano sotto il palco a godere con i Sodom, e più in generale per chiunque sia attratto da quel che è grezzo, violento e diretto. Vietato emettere sentenze del tipo “il metal è morto” senza aver prima dato un ascolto a Necrotechnology.
Matteo Bovio
Line up
Rambo – drums
Pozza – guitar, vocals
Daniele – bass
Contatti
Alessandro Pozza
via Silvio Pellico 16
37047, San Bonifacio (Verona)
tel. 340 2898379
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