Recensione: Negative Megalomania

Di Alessandro Calvi - 29 Marzo 2007 - 0:00
Negative Megalomania
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Anno: 2007
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80

Quarto album per i Forgotten Tomb, questo “Negative Megalomania” che inaugura il nuovo contratto con la Avantgarde. Dopo un periodo dedicato quasi esclusivamente alle esibizioni dal vivo, che han portato la band a farsi conoscere un po’ in tutta Europa, Herr Morbid e compagni tornano in studio per aggiungere un nuovo tassello alla storia del loro “suicide black metal”.

Lo fanno con cinque lunghissimi pezzi, in cui il primo, dedicato alla vendetta, con i suoi 7 minuti e 49, è il brano più corto del lotto. Una sorta di antipasto di ciò che ci attende, ed è proprio il caso di parlare di pietanze visto che “è un piatto che va servito freddo”. “A Dish Best Served Cold” comincia su ritmi sostenuti e, pur con diversi campi di tempo e un intermezzo piuttosto lento a metà, si presenta come una delle tracce più veloci ed aggressive del cd. Lo stile che i fan dei Forgotten Tomb hanno imparato ad apprezzare nelle precedenti uscite, c’è tutto, ma, pur non tradendo quella che è stata finora la loro attitudine, riescono a integrare qualcosa di nuovo nel loro sound risultando così sempre se stessi senza essere una sterile copia del passato.
Inizio acustico ed estremamente atmosferico invece quello di “No Rehab”, declinato dalla sola chitarra in una lunga introduzione al contempo triste e melodica. Le cose cambiano con l’inserimento del basso e di una batteria molto cupa che, insieme alla chitarra iniziale, trasformano il pezzo in un ritmo molto quadrato, quasi marziale. Ulteriore cambio di stile è infine decretato dall’inserimento delle chitarre elettriche e della voce, che si giostra in vari passaggi che partono dal pulito per poi divenire sempre più rochi fino a sfociare nel growl. La canzone vive di varie anime che si fondono tra loro ottimamente, da quella atmosferica, quasi doom, a quella squisitamente black, fino a includere, nei momenti di voce pulita, ritmiche quasi hard-rock molto orecchiabili.
La fine di “No Rehab” si fonde con l’inizio della titletrack e presenta un passaggio recitato campionato (credo) da un film dell’orrore, purtroppo però non son stato in grado di capire di quale pellicola si tratti. “Negative Megalomania” è forse l’esempio migliore, e al contempo una sorta di riassunto, di ciò che i Forgotten Tomb son capaci di fare. Nei suoi quasi 12 minuti di durata trovano infatti spazio esempi di tutto ciò che la band piacentina ci ha fatto sentire in questi anni: dal black canonico, ai momenti lenti e riflessivi, quasi ambient, ai passaggi di sapore doom, fino agli ultimi esperimenti più rock-oriented comprensivi di voce pulita.
Molto più lenta e riflessiva “The Scapegoat”, brano che gode di una apertura di chitarra molto d’atmosfera e della voce pulita. È in particolare in questo brano che ci possiamo finalmente rendere conto a tutto tondo delle toni canore del singer, mai così espressivo finora. Il growl è molto limitato e le clean vocal sono il vero punto di forza di tutta la song riuscendo a trasmettere all’ascoltatore sentimenti unici di tristezza e disperazione.
Tocca alla più lunga del lotto, l’onore e l’onere di chiudere il cd. “Blood and Concrete” comincia con ritmi sostenuti e il ritorno all’uso quasi esclusivo della voce growl. Naturalmente in un brano di oltre 14 minuti c’è spazio anche per altro. Gli ingredienti li sappiamo già e son quelli che abbiamo incontrato e saputo apprezzare nelle precedenti canzoni di questo disco, ma per l’ennesima volta il combo italiano riesce a sorprenderci cucinandoci un piatto nuovo. I minuti passano senza che neanche ce ne si accorga attraverso continui cambi di tempo e di stile, tutti perfettamente amalgamati tra di loro. Così non ci si rende minimamente conto che la canzone negli ultimi minuti diventa un vero e proprio brano gothic a tutti gli effetti.

Per concludere i Forgotten Tomb aggiungono un ulteriore capitolo alla loro storia. Una storia nata inizialmente più per le accese discussioni al riguardo dei loro testi e poi affermatasi grazie alla indubbia qualità della musica proposta. Questo “Negative Megalomania” non delude le aspettative e anzi rilancia alla grande questa italianissima band come una delle realtà più interessanti in campo black degli ultimi anni.

Tracklist:
01 A Dish Best Served Cold
02 No Rehab (final exict)
03 Negative Megalomania
04 The Scapegoat
05 Blood and Concrete

Alex “Engash-Krul” Calvi

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