Recensione: Negative Spaces

Di Paolo Fagioli D'Antona - 27 Novembre 2024 - 11:30
Negative Spaces
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Moriah Rose Pereira, in arte Poppy torna con una nuova release ad appena un anno di distanza dal divisivo Zig. Poppy è un’artista affascinante, con un percorso personale ed artistico molto particolare, essendosi evoluta da piccola star di Youtube, ad una vera e propria icona del metal moderno. Questo in seguito ad una storia che ha visto l’artista stessa nei suoi primi anni collaborare con il produttore e regista Titanic Sinclair. Una collaborazione artistica e umana estremamente logorante, finita in cause legali e molto altro in cui la stessa Poppy adottava un personaggio specifico e sembrava quasi più un prodotto creato a tavolino che una reale artista. Quel periodo è ormai alle spalle e Poppy oltre aver ritrovato la sua libertà artistica è diventata anche un nome sempre più importante nella scena metal moderna collaborando quest’anno con i Knocked Loose nel super singolo Suffocate (che è valso alla band anche una candidatura ai Grammy), oltre che con i Bad Omens nella virale V.A.N.

Uno dei fattori più interessanti di quest’artista è l’essersi saputa dileguare brillantemente in svariati generi, partendo dal pop di Am I A Girl? del 2018, ad un disco metal molto originale che gli è valsa la stima di tanti come I Disagree del 2020, passando per un disco più improntato sul noise-pop, l’alternative rock e lo shoegaze come Flux, fino ad arrivare ai suoni più vicini all’elettronica e all’industrial di Zig del 2023. Ma con Negative Spaces, Poppy torna al metal e a quell’ibrido di metalcore e alternative metal che hanno reso il suo nome così amato e rispettato nella scena, arrivando addirittura a sorpassare i tre milioni di ascoltatori mensili su Spotify.

L’album prodotto dal vecchio tastierista dei Bring Me The Horizon Jordan Fish e pubblicato dalla Sumerian Records offre un sound che si dipana tra metalcore, alternative metal e rock più radiofonico con alcuni richiami a sonorità più synthpop e industrial in svariati pezzi. Un disco che per quanto ci riguarda “normalizza” un pochino la proposta di quest’artista che si è sempre rivelata così originale e “over the top” nella sua musica, con quell’immagine bambinesca ma allo stesso tempo matura, esplosiva e furiosa. Forse quindi, un disco che a livello di originalità si “standardizza” un pochino, accostandosi a quanto già sentito nel mondo del metal moderno in particolare se pensiamo a band come Spiritbox, Architects, Bad Omens e molte altre ancora, ma dall’atra raffina e forse migliora addirittura quello che la vocalist statunitense aveva proposto nell’acclamato I Disagree. D’altronde il cambiamento è sempre stato nelle corde della stessa Poppy e questa perdita del suo lato più infantile e frizzante che la rendeva allo stesso tempo così unica, è anche l’inevitabile sintomo di una maturazione artistica che ormai sulla soglia dei trent’anni era lecito aspettarsi.

A livello lirico i testi sono semplici, diretti e d’impatto, ma allo stesso tempo scavano nella psiche della vocalist affrontando temi come l’insicurezza, la motivazione e i rapporti interpersonali. Negative Spaces inoltre, con la presenza di vari intermezzi da la sensazione di essere un album coeso e completo nel vero senso della parola, più che una serie di brani messi insieme. L’album è stato anticipato da alcuni singoli di grande valore e diversità come The Cost Of Giving Up, condita da dei synth avvolgenti e un ritornello esplosivo e allo stesso tempo molto catchy. Un pezzo alternative metal coadiuvato da uno screaming forsennato verso la fine della traccia e da dei riffoni metalcore che danno a questo pezzo una sferzata di aggressività che ci ha davvero convinti, senza contare la versatilità della voce di Poppy, che da il meglio sia nello scream che nel cantato pulito, arrivando a toccare delle note particolarmente alte considerando il suo range vocale, riuscendo a renderle comunque sentite ed emozionali.

They’re All Around Us è un altro singolo e pezzo da novanta del disco ma stavolta assolutamente furioso e devastante che ci restituisce la Poppy iper-aggressiva di brani come Spit o X. Il ritornello ha una bellissima apertura melodica ma per il resto il brano non fa prigionieri e ci offre alcuni dei riff meglio riusciti del platter e probabilmente una delle canzoni migliori della sua carriera. Crystallized è un brano che mescola synthpop e dancepop per un ritmo pulsante e up-tempo. Un pezzo che offre un contrasto tra le liriche malinconiche ed il sound spensierato, per una canzone che ci riporta diretti in quelle sonorità tanto care al pop anni ottanta.

La seguente Vital è un brano dove la voce di Poppy incanta, ricordando molto le tonalità e le linee vocali di Chibi dei The Birthaday Massacre (per chi conosce questa fantastica band canadese che mischia synthwave e rock), per un altro brano melodico, dal retrogusto pop che affronta quei temi legati alla motivazione di cui parlavamo prima – “there is motivation in negative spaces”- una riflessione di come sono spesso i momenti più difficile della vita, rappresentati da quegli “spazi negativi” di cui parla la vocalist, che ci spingono al difuori della nostra confort zone e ci fanno trovare quella motivazione e spinta, che altrimenti non avremmo avuto. Il brano si tinge di sfumature rock, rimanendo di base una composizione pop davvero squisita, con tanto di break acustico che dona al brano quel tocco molto “Let Go era Avril Lavigne”.

Negative Spaces, la title-track, ha un riff portante che ricorda molto le Hole di Courtney Love (moglie di Kurt Cobain), in particolare proprio del loro popolarissimo brano Celebrity Skin, per un pezzo rock frizzante, ma forse un pelo derivativo, assolutamente divertente, semplicistico che ci riporta al vibe più diretto di un album come Flux. Un rock radiofonico fatto in maniera assolutamente brillante con quei “woooohoooo” che sanno tanto di pop-punk anni duemila.

Ma le bordate metalcore arriveranno, per esempio con il brano The Centre’s Falling Out con quel sampling iniziale alla Slipknot, in un pezzo che raccoglie i recenti insegnamenti portati dai Knocked Loose, per un brano viscerale che sfiora l’hardcore, in cui non mancano le contaminazioni metalcore, uno screaming forsennato da parte di Poppy, per il brano sicuramente più abrasivo della sua intera carriera. Molto interessante la sezione in spoken-word che rimanda proprio alla celebre Suffocate dei Knocked Loose, per delle atmosfere malsane e opprimenti e dei riff, al limite dello sludge sul finale. Push Go ci riporta ai vibe sonori di Am I A Girl? del 2018,mischiato con una dose di Flux, per uno dei brani che più ci ricordano la vecchia Poppy, sia a livello di musica che a livello di vocalità. Una base electro-pop irresistibile nella strofa che si contrappone all’energia rock del ritornello.

Industrial, elettronica minimale e riff metalcore per Nothing, un brano che ci riporta su lidi molto aggressivi ma che allo stesso tempo ci regala nuovamente quella vena più commerciale in molti suoi elementi. Il breakdown alla fine è forse un pochino telefonato  ma di sicuro impatto.

New Way Out è stato un altro dei singoli di questo album che viene introdotto dall’irriverente “Poppy!”, esclamato dalla vocalist statunitense ed esplodendo in un altro ritornello irresistibile per l’ennesimo pezzo da novanta del disco, dove la stressa Poppy riesce a mescolare tutti gli elementi più rappresentativi di questo album a livello musicale. Quel “are you gonna get up? Or are they keep you….. down!!!!” con l’ultima parola strillata in maniera forsennata dalla vocalist a seguito di un breakdown super heavy, rappresenta davvero uno dei momenti più esaltanti dell’album. Un mix di irriverenza, pesantezza ed elementi catchy che poche altre artiste in questo momento sanno regalare nell’ambito della scena metal con questa qualità.

Surviving On Defiance è più lenta, malinconica e trascinata, ma comunque con delle chitarre heavy e degli echi ambient e industrial sognanti.

Non tutto brilla in questo disco; alcuni dei pezzi più lenti ed in stile ballad come la conclusiva Halo sono un pochino sottotono ed alcuni intermezzi come il trip psichedelico Hey There, ci lasciano un pochino perplessi nonostante quest’ultima introduca i temi portanti della title-track che seguirà. Have You Had Enough? che apre il disco con il suo build-up rimane atipica come opener, dà la sensazione quasi di un intro senza esserlo, ed è un brano che personalmente avremmo inserito in un punto diverso della tracklist, per un flow complessivo a nostro avviso migliore.

In conclusione, un ritorno che è davvero un trionfo per Poppy, che sempre di più si sta ritagliando uno spazio di punta nel panorama del metal moderno. Dopo gli svariati flirt con altri generi musicali negli album precedenti, Negative Spaces torna a portare il metal al centro della musica della cantante statunitense, allo stesso tempo, non dimenticandosi dell’ecclettismo che rende Poppy così unica, per un disco infarcito di chitarroni metalcore, breakdown pesanti, ma anche influenze synthpop, industrial, elettroniche o altre ancora dal vibe più “rock radiofonico”. Negative Spaces si candida ad essere probabilmente il miglior disco della carriera dell’artista in questione insieme ad I Disagree, che risultava sì, forse più particolare ed unico nel suo genere, ma allo stesso tempo meno incisivo di quest’ultimo lavoro nel complesso. Non c’è dubbio che la carriera di Poppy proseguirà la rapidissima ascesa che sta avendo in questi anni.

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