Recensione: Nekröfeist [EP]
Esistono gruppi che fin dal primo Demo o EP ricevono, non solo il consenso della critica, ma anche del pubblico. Gli Australiani Nekröfeist nel 2010 hanno pubblicato il loro EP di debutto “Nekröfesit”, che puntualmente ha fatto centro in quella landa desolata e poco conosciuta nel panorama metal, se non fosse per aver dato i natali agli AC/DC. Questa giovane band è nata nel 2008 e nello stesso anno ha consolidato la line up: Tinelt, Bishop, Gilroy e Giles. Il quartetto nel 2010 ha pubblicato un EP che francamente non merita di essere ascoltato, poiché si rifà al groove metal, versione commerciale e riveduta del thrash metal che cita pesantemente gruppi storici come Metallica e Pantera, ma senza averne il carisma, per ora, che ha circondato questi due miti del metal.
Le quattro tracce, più la ripetizione di due in versione radio edit, sono un bigino di questo genere e nell’ascoltarle si ha la nettissima sensazione di aver già sentito e risentito il tutto: linee vocali piatte e songwriting onesto, anche se suona già ascoltato. Inoltre, avrebbero potuto sforzarsi nel creare più tracce, tralasciando quindi le due radio edit.
“Dominiputris” iniza con la batteria e viene da chiederci quanto sia copiato dall’ultimo album dei Metallica “Death Magnetic”. Appena poi entra il cantante, si ha subito la sensazione che si stia sforzando oltre il suo naturale limite e questo rovina fin dall’inizio le trame chitarristiche di matrice Metallica. Sembra di essere tornati al periodo della caccia all’oro in cui anche solo un piccolissimo frammento, qui l’assolo, può farci balzare di gioia. “Choke” invece vede gli stessi problemi della prima traccia, ovvero una produzione troppo monotona e un cantato mediocre, che si svolge sulle stesse tonalità. Anche le trame chitarristiche sono quasi le medesime. “Destroyed”, nel bene e nel male, potrebbe benissimo non sfigurare in uno dei più recenti album dei Metallica. Nel contesto dell’EP, però, non fa che confermare la mediocrità di base di questo lavoro. Se il concetto non vi è entrato nelle vostre teste, lo ribadiremo: questa traccia è la copia di “Choke”, che è a sua volta una copia della prima. Non spaventatevi se in un primo momento troverete elementi nuovi, poiché scavando a fondo si sente la ripetitività. “Government Ruins” non aggiunge niente di nuovo a questo scialbo EP, così come le due radio edit, che sono identiche alle versioni originali.
Questo EP si può benissimo ‘sentire’, ma non ‘ascoltare’ con la dovuta attenzione; non credo inoltre che a condizioni invariate, il gruppo potrà mai passare alla storia. Tra un paio d’anni il mercato, probabilmente, si dimenticherà di loro, a meno che non riescano a trovare la propria strada invece che continuare a seguire il percorso tracciato da altri.
Luca Recordati
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Tracklist:
1. Dominiputris
2. Choke
3. Destroyed
4. Government Ruins
5. Dominiputris (Radio Edit)
6. Government Ruins (Radio Edit)
Formazione:
Dave Tinelt – Voce
Damon Bishop – Chitarra
Paul Gilroy – batteria
Rob Giles – Basso