Recensione: Neo Natural Freaks
L’attuale prolificità della scena nordica in ambito hard rock / AOR ha ormai assunto, come già verificato più volte nel corso di quest’anno, le sembianze di un inarrestabile ed incontenibile fiume in piena.
A questa evoluzione così allargata ed ampia del movimento, ha fatto conseguenza la nascita, accanto ad un ristretto numero di nomi guida che emergono dalla massa per qualità e valore, di uno stuolo, sempre più abbondante, di bands minori desiderose di poter approfittare almeno di una piccola parte del successo riscosso in questi ultimi tempi dal genere, favorendo così l’affacciarsi sul mercato di proposte sempre nuove che, in molti casi, si sono rivelate meritevoli di una certa considerazione.
I Fatal Smile, gruppo originario di Stoccolma giunto con “Neo Natural Freaks” al secondo appuntamento discografico sulla lunga distanza, rientrano perfettamente in questa categoria, rappresentando con estrema efficacia il lato più “underground” e meno esposto del panorama rock scandinavo.
Compagni di etichetta di musicisti che recentemente hanno avuto l’occasione di deliziarci con convincenti proposte musicali ad elevatissimo dosaggio di decibel, i Tricky Woo ed i grandi Hardcore Superstar, anche i Fatal Smile si rendono protagonisti di un platter basato su di un approccio all’universo hard rock decisamente sanguigno e diretto, che non risparmia mai in energia e ruvidità. Notevole, infatti, la “pesantezza” delle chitarre e la potenza della sezione ritmica, perennemente impostate su toni iperamplificati e torrenziali che poco hanno a che spartire con le realtà maggiormente melodiche del settore quali Wig Wam ed i conterranei The Poddles, andando piuttosto ad abbracciare le cadenze rocciose e squassanti dei Black Label Society, epurate dai risvolti Southern (e certo senza la classe di un maestro come Zakk Wylde), frammiste al gusto per i ritornelli e l’aria strafottente dei label mates Hardcore Superstar, da cui mutuano attitudine ed immagine.
Di elevato livello la perizia con cui sono stati curati i suoni, ad opera di Jonas Östman (già collaboratore di Yngwie Malmsteen) e Stefan Glaumann (Evergrey, Rammstein, Bon Jovi, Def Leppard), realmente potenti e di grande resa, qualche pecca emerge invece a livello di songwriting, elemento in cui si rileva, più che altrove, una ulteriore necessità di maturazione e sviluppo.
I brani infatti hanno sempre un’impostazione interessante e catturano di prim’acchito, tuttavia in qualche caso sembrano poi perdere in ispirazione, avvitandosi in strofe ripetitive che minano gravemente il dinamismo e l’efficacia delle composizioni sino a suscitare una disdicevole sensazione di staticità ed incompiutezza.
Caso altamente esemplificativo in tal senso è la title track “Neo Natural Freaks”, canzone che spicca un buon balzo iniziale con ritmo incalzante e chitarre infuocate, per poi perdersi in strane dissonanze a sostegno di un ritornello non troppo riuscito; del medesimo tenore le successive “Bleeding Kiss”e “Color Blind”, episodi che, pur non dispiacendo del tutto, non sono in grado di mantenere completamente le promesse formulate.
Esistono certamente anche episodi di levatura molto superiore come “Learn, Love, Hate”, “Quiet Chaos” e “Dead Man Walking”, come si diceva in precedenza, in larga parte debitrici dei Black Label Society sebbene dotate di melodie più “morbide” e leggermente meno drammatiche, oltre a qualche momento più “sleaze” e di facile digestione, come la stradaiola “Common People” (top track dell’album) e la conclusiva “11th Hour”, dal ritornello solido e coinvolgente.
“Neo Natural Freaks” non sembra essere un disco disprezzabile o da cestinare.
Le doti di energia, potenza e robustezza sono evidenti e contribuiscono a rendere più che sufficiente il risultato; inutile tuttavia specificare come il cd sia un’uscita relegata al ruolo, puro e semplice, di nicchia, riservato ai cultori del genere desiderosi di approfondire ulteriormente la propria conoscenza del sottobosco hard rock del prolifico ed iper attivo nord europa.
In ogni caso, se grinta e schiettezza sono per voi componenti fondamentali nella valutazione di un disco fate un pensierino anche ai Fatal Smile, il loro hard rock potrebbe fare al caso vostro.
Tracklist:
01. Neo Natural Freaks
02. Bleeding Kiss
03. Crash & Burn
04. Learn, Love, Hate
05. Quiet Chaos
06. Practise What You Preach
07. Dead Man Walking
08. Color Blind
09. Common People
10. 11th Hour
Line Up:
H.B. Anderson – Voce
Y – Chitarra
Markus Johansson – Basso
Tomas Lindgren – Batteria