Recensione: Neurodeliri [Reissue]
Fucking Great! E’ uscita la nuova bomba incendiaria targata Bulldozer e vi assicuro che è un killer di inaudita ferocia! I tre scellerati milanesi si ripropongono al pubblico internazionale con un pietter di una durezza unica, un manifesto di violenza sonora e di velocità assurda che avrà l’effetto di un mazzata in pieno viso per tutti i poverelli di spirito che si sono ostinati fino ad oggi a criticare il radicalismo del gruppo. “Neurodeliri” è un concentrato di rabbia distruttrice che spazza via gran parte del pattume infausto che ogni giorno viene importato dall’Inghilterra o dalla Germania! I Bulldozer sono l’esaltante dimostrazione che l’Italia non ha NULLA da invidiare alle altre apparentemente più avanzate nazioni in campo Metal; dai solchi del quarto lavoro di A.C. Wild & Soci viene fuori il miglior Death Metal che il nostro paese abbia mai avuto l’opportunità di partorire!
Non confusione fine a se stessa; non tempi “a batticarne” ciechi e senza convinzione; non riffs incomprensibili spiaccicati in spazi caotici né voci passate in graticola senza il minimo filo logico o legame alla musica: i Bulldozer hanno tirato fuori nove brani (+ intro) grandiosi, corredati da testi intelligenti e polemici contro chi fa del razzismo a buon mercato o si atteggia a benpensante della domenica! II furioso Bulldozer-sound si è ormai staccato dai modelli ai quali veniva spesso in passato legato: l’uso di tastiere a dir poco sorprendente in partiture apparentemente inaccessibili per uno strumento usualmente accostato a cose ben più soft, un chitarrismo cronometrico ma che trova sbocchi per assoli non privi di gusto, un drumming micidiale mai piatto e monocorde, una voce al vetriolo priva di fronzoli ma non per questo mancante di espressività sono gli ingredienti che fanno di “Neurodeliri” un album imperdibile per tutti gli estimatori del genere. “We Are… Italian“, “Ilona Had Been Elected“, “Minkions“, “Willful Death“, la title-track e tutte le altre sono diamanti grezzi che sarebbe un vero peccato perdere… Qui l’incazzatura è vera, è fatta bene, è made in Italy: che altro si può volere di più dalla vita?!? Thrashers: BUY IT OR DIE!!! (V.B.)
Questa il testo originale della recensione grondante attitudine di Neurodeliri da parte di Vincenzo “Jamaica” Barone e pubblicata sulle pagine della rivista H/M numero 59. Talvolta è necessario scomodare certi scritti per poter assaporare e respirare l’atmosfera reale del contesto temporale nel quale un disco è uscito.
Neurodeliri vede la luce nell’ottobre 1988 e sancisce, di fatto, a livello di full length in studio, la fine della prima parte della carriera dei meneghini Bulldozer, allora schegge impazzite, per veemenza e testi, del movimento metallico italiano che fa riferimento al decennio degli anni Ottanta. Ad AC Wild e Andy Panigada piace ricordare che la carriera del Loro prodotto cingolato ebbe termine al culmine di un lungo percorso artistico che si chiuse nel momento in cui la band era al 100% della forma e dello splendore. Un po’ come quando un pugile si ritira dalle scene da campione del mondo e come tale viene ricordato nelle statistiche e dai fan. L’album è dedicato completamente alla memoria di Dario Carria, un ex componente del gruppo che si tolse al vita proprio nel 1988 e che formò dopo la sua dipartita dai Bulldozer i Neurodeliri, che danno appunto il titolo al quarto disco dei milanesi.
Musicalmente parlando l’innesto di nuove idee e l’utilizzo delle tastiere fornisce un inedita luce al sound del trio, come ben specificato da Barone sopra, costituendo un capitolo degno di essere annoverato fra gli highlight della storia del combo lombardo. Il fatto di succedere a una grande release come IX costituiva non poca responsabilità, che comunque i Nostri hanno dimostrato di saper ampiamente gestire. La reissue del 2007 dal disco in versione remaster da parte della label polacca Metal Mind in sole 2000 copie numerate si completa di un bel digipak in cartone ultra-resistente e un booklet con tutti i testi – da leggere e gustare con la dovuta e doverosa calma -, più due pagine con la storia del gruppo in lingua inglese. Oltre a questo, a mo’ di bonus track, vi è Dance Got Sick – Part One, ovvero un curioso esperimento – per l’epoca – di contaminazione fra il Thrash aggressivo dei Bulldozer – davvero killer il suono dell’ascia di Panigada – e la musica Rappcore, uscito a Suo tempo sotto forma di Ep nel 1992, con il titolo Trilogy – Dance Got Sick.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Discutine sul forum relativo al Thrash italiano:
https://www.truemetal.it/forum/thrash-metal/37348-thrash-italiano-underground-e-non.html
Tracklist:
1. Overture/Neurodeliri
2. Minkions
3. We Are…..Italian
4. Art of Deception
5. Ilona Had Been Elected
6. Impotence
7. Mors Tua-Vita Mea
8. Willful Death/You’ll Be Recalled
9. Dance Got Sick – Part One (bonus track)
Line-up:
AC Wild – Vocals, bass, keyboards, effects
Andy Panigada – All guitars
Rob “Klister” Cabrini – Drums, backing vocals