Recensione: Neurotic
Non salverà il thrash metal (o, meglio, i suoi figli bastardi) dalla cronica ambiguità che ne permea le uscite recenti, ma H-George incarna lo spirito che vorremmo riconoscere più spesso nelle produzioni di settore. Neurotic, esordio indipendente del chitarrista piemontese, consta di quattro brani che fanno dell’integrità artistica un pilastro fondante. Nessuna pressione esterna, nessuna concessione al richiamo di un sound più commerciabile: è l’onestà del progetto, prima ancora delle capacità espresse, a colpire dal primo ascolto; ne sono convinti anche Trevor, frontman dei Sadist, e l’affidabile batterista Carlos, che hanno sposato la causa con entusiasmo. Dalla collaborazione è nato un discorso promettente, specialmente nell’ottica di un seguito più maturo.
Neurotic propone un thrash metal articolato e nervoso, giocato per lo più su tempi medi; a dispetto di una didascalia che potrebbe trarre in inganno (“alcoholic thrash metal”, suggerita da un “vizietto” del Nostro), il songwriting non impone scorribande frontali, grezze al taglio, ma predilige strutture elaborate e suoni cristallini. L’opener Blood of Death è indicativa: il brano è costruito sul guitar-work di H-George, per la verità piuttosto debitore di certi Megadeth (il che, per un orgoglioso auto-didatta, non può che risultare un vanto), abilmente supportato da Carlos. Percussioni e velocità controllate dominano anche la title-track, che integra influenze esterne al thrash tout court; indovinata fin qui la partecipazione di Trevor, in linea con lo stile dei brani e pungente nell’interpretazione. Enemy e Cruelty portano con sé quell’immediatezza che era mancata nella prima parte: le accelerazioni perentorie di Carlos (eccellente su Cruelty) sono un’infusione di vitalità, essenziale in prospettiva di un’esibizione live. L’unico limite di Neurotic è congenito: deriva dalla volontà di scrivere pezzi accattivanti ma orfani di quella linearità che, spesso e volentieri, si rivela l’arma vincente per impressionare anche l’ascoltatore più distratto.
Parola d’ordine: disagio. È quanto emerge dal concept lirico che fa da collante alle composizioni, tra questioni di attualità (Blood of Death, Cruelty) e turbe introspettive (Neurotic, Enemy). Lo stesso George si presenta come “disadattato”, affidando al DVD in allegato le proprie sensazioni circa la realizzazione di Neurotic. Il risultato è interessante e genuino, anche se difficilmente concederete il bis.
Se, come recita il flyer promozionale, l’intento di H-George era quello di “proporre un prodotto col cuore, non destinato unicamente al mercato discografico” la missione può dirsi riuscita. Restano da valutare i margini di miglioramento di un artista che, già con la prossima uscita, potrebbe far parlare di sé. Buona la prima!
Federico Mahmoud
Tracklist:
01 Blood of Death
02 Neurotic
03 Enemy
04 Cruelty