Recensione: New Death Celebrity
Probabilmente molti, all’inizio degli anni ’90, non avrebbero mai immaginato che, nel 2011, una delle terre più feconde in ambito death – o perlomeno di metal estremo – sarebbe stata la Grecia. Feconda a tal punto d’idee, da dar luogo a una vera e propria corrente autonoma come avvenuto in Svezia e in Polonia. Merito di numerosi ensemble di qualità assoluta, fra i quali non si possono non citare i Rotting Christ, i Nightrage, i Nightfall, i Septicflesh e, ora, i Descending.
Del resto, quando si hanno nella formazione membri come il chitarrista Constantine (Constantine, Mystic Prophecy, Nightfall, ex-Nightrage) e il cantante Jon Simvonis (W.E.B.), si parte con il piede giusto, tenuto conto del livello di talento da essi posseduto. Non a caso, dopo un anno dalla nascita, avvenuta nel 2007, i Descending hanno dato alle stampe – sotto Massacre Records – il loro primo full-length, “Enter Annihilation”, cui fa seguito, ora, “New Death Celebrity”.
Elementi di spicco di questa scuola ellenica sono l’asprezza della voce, il riffing possente – mai troppo distante dal thrash – , i ritmi sostenuti ma raramente sconfinanti nella follia dei blast beats, il basso profondo e pulsante, la melodia più o meno accentuata e, non ultimo, il richiamo all’heavy metal dei Padri. Nel sound dei Descending, quindi, si trovano tutti questi caratteri distintivi, anche se, occorre evidenziarlo, la distanza dal già menzionato thrash non è così ampia; così come appare più evidente, rispetto allo standard medio, un istinto poco conservatore. Non è un caso, difatti, che a volte il parametro di confronto sia il deathcore, genere fra i più avanzati del death metal. Per tentare di rendere meglio possibile l’idea di ciò che suonano i cinque ateniesi, allora, si potrebbe azzardare il termine ‘death/thrash-core’ sebbene sia preferibile usare il generico ‘estreme modern metal’ per restare un po’ al di sopra delle frammentazioni classiche black/thrash/death che, una per l’altra, non si adattano singolarmente per nulla a quanto proposto da Constantine e compagni.
“New Death Celebrity”, ormai si è capito, è un emblema del concetto di modernità applicato al metal radicale. Una modernità che si manifesta, per esempio, nell’azzardo di certe linee vocali dissonanti, oppure nella meccanicità del drumming e, ovviamente, in alcune sequenze di accordi, pur’essi disarmonici, che rimandano coloro i quali hanno proposto per prime tali combinazioni: i Voivod. Contrariamente a quanto accaduto per i capolavori dei canadesi, non c’è molta visionarietà, in quest’album. La sensazione che si prova è di asettico distacco, di freddezza. Un fatto voluto, probabilmente. Un ulteriore tassello, questo, che s’incastra perfettamente nel disegno elaborato dal combo dell’Attica. Un diorama che rappresenta, con ferma decisione, un futuro non così lontano come quello immaginato nel ‘cyber-death’ ma, perlomeno, prossimo.
Ai Descending, pertanto, va il merito di aver azzeccato, o meglio cercato, un sound abbastanza innovativo e piuttosto personale. Non si può scrivere altrimenti, per contro, del songwriting. L’insieme delle canzoni del platter è consistente, non mostra cali di tensione e si manifesta sempre costante nel mostrare il marchio di fabbrica dei Nostri. Accanto a queste note positive emerge, purtroppo, una creatività artistica non eccelsa. Anche passando ore e ore sul lavoro non rimane molto, alla fine. Le song, più o meno, si somigliano tutte. Un po’ troppo. Sintomo che manca il quid compositivo tale da rendere memorabile una manifattura altresì ordinaria. Beninteso, non si tratta di materiale di scarsa qualità. Anzi, se ci riferisce al livello della scrittura musicale, i Descending non vengono meno al loro standard complessivo, apparendo maturi e ben consci di ciò che intendono costruire. Non c’è, però, il famigerato ‘quel qualcosa in più’ sì da innalzare il giudizio da ‘discreto’ a ‘buono’.
Accanto a momenti interessanti e accattivanti (“Shared Planet” e il suo bel solo di chitarra), coesistono pertanto capitoli un po’ anonimi, come “How Much Life Weights?”. Non mancano le bordate di potenza (“Until I Generate”), dirette come un pugno in piena faccia, e pure qualche armonizzazione accattivante (“Path To Healing”). Altre volte pare che l’unica peculiarità sulla quale plasmare i pezzi sia la veemenza, come in “Suicide Promise”, rischiando con ciò di portare qualche stilla di noia.
“New Death Celebrity” è un CD il cui valore globale è ben oltre la sufficienza. La sensazione, però, è che i Descending possano fare di più. Sono musicisti molto preparati sotto tutti gli aspetti e il supporto di una major non può che elevare ai massimi livelli la loro possibilità di successo. A patto di riuscire, davvero, a inventare qualche brano al di fuori dell’ordinario.
Daniele “dani66” D’Adamo
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Tracce:
1. No Other Gods Before Me 4:49
2. Suicide Promise 4:10
3. Until I Generate 4:39
4. How Much Life Weights? 3:43
5. I Keep Returning 4:03
6. The Energy 5:10
7. Shared Planet 5:27
8. Escape The Mirror 4:30
9. The Ghost Of Nation Past 3:50
10. Path To Healing 5:28
Durata 45 min.
Formazione:
Jon Simvonis – Voce
Constantine – Chitarra
Theo – Chitarra
Noir – Basso
Nick Vell – Batteria