Recensione: New Doomsday Orchestration
Una terribile ed improvvisa esplosione nucleare porta con sé atroci conseguenze, molto spesso irreversibili. Le cause che hanno provocato questa potente detonazione sono certamente da attribuire all’unione di due elementi instabili ed alquanto dinamici: i Mindful Of Pripyat e gli Stench Of Profit. Un legame tutto italiano che ha generato uno split dall’elevato valore radioattivo dal quale sarà difficile potersi schermare per evitare di essere contaminati.
“New Doomsday Orchestration” è il titolo di questa riuscitissima collaborazione tra la band milanese, composta da ex membri di Corporal Raid ed Antropofagus, ed il trio veneziano, formatosi tre anni fa. Ad accumunare i due gruppi è la presenza dello stesso batterista nonché una spropositata violenza sonora.
I Mindful Of Pripyat, generati dalle radiazioni di Černobil, aprono il disco con nove pezzi tiratissimi e distruttivi che in soli dieci minuti desertificano tutto ciò che li circonda. Il quartetto dà inizio alla deflagrazione atomica generando il tanto temuto effetto termico che ustiona i timpani. Il sound è aggressivo e lacerante, una reazione chimica ben bilanciata tra due elementi quali grindcore e death-metal old school. Una ferocia corrosiva provoca il panico tra la folla che, annegata nel caos più estremo, cerca un riparo ormai inesistente. Il growl pesante e profondo ingoia le anime che, poco a poco, si spengono dietro riff efferati e tempi incontenibili. I Mindful Of Pripyat orchestrano un vero e proprio pandemonio infernale, tra i brani migliori da segnalare ci sono ‘Shrapnel Rain’ e la cover di ‘Civilization Comes Civilization Goes’ degli Assück.
L’effetto meccanico della detonazione è affidato ai successivi diciotto pezzi degli Stench Of Profit che provocano un tale spostamento d’aria da radere al suolo qualsiasi cosa. In un clima di apocalittica distruzione si diffonde, come un ghibli soffocante, il grezzo e rabbioso grindcore del terzetto diabolico. In poco più di dieci minuti vi ritroverete con escoriazioni diffuse su tutto il corpo che vi faranno urlare. Le vostre grida cadranno nel buio perché sopraffatte dalle voci di Maurizio e Lory che, come metalli arrugginiti, si sfregano una con l’altra provocando incandescenti scintille. Ogni brano è un taglio rapido e chirurgico compiuto con intensa brutalità a cui si aggiungono ritmi ossessivi che ribollono in forsennati blast beats. ‘Know Your Shit Or Live In Ignorance’, ‘Torture Bliss’ e ‘Regression Index’ sono le tracce che emanano le onde più radioattive.
Tra le sfuriate rabbiose divampate dall’estro dei Mindful Of Pripyat e degli Stench Of Profit piovono tossici riferimenti sonori a band come Napalm Death, Terrorizer, Dead Infection, Phobia e quant’altro.
Ancora una volta bisogna ammettere che la Everlasting Spew Records ha fatto centro con la produzione di questo lavoro che non deluderà affatto gli appassionati del genere estremo.
“New Doomsday Orchestration” è un album che miete vittime e provoca danni genetici, è un disco che alla fine, come ogni esplosione atomica, ferma il tempo e accresce la voglia di riavvolgere il nastro per rivedere l’accaduto, ma scordatevi il rallenty.