Recensione: New Era
Piccoli Pain Of Salvation crescono, verrebbe da dire al momento di tirare le conclusioni dopo l’ascolto di questo “New Era” dei Cloudscape. Un disco che esce a ben quattro anni dal più che discreto “Global drama” e non senza motivo: tra il 2009 e il 2011, infatti, il gruppo svedese ha rinnovato la sua formazione per ben tre quinti. Dei membri originari sono così rimasti solo il vocalist Mike Andersson e il chitarrista Patrick Svärd.
Ciò nonostante il quintetto svedese non cambia molto la sua proposta e si presenta con dodici pezzi (un numero sorprendente per un disco prog) che si rifanno in modo assai diretto alla band di Daniel Gildenlöw nei momenti più tirati, aggiungendoci massicce dosi di Voivod, Evergrey e ovviamente Nevermore (non finisce mai di stupire la misura in cui il fu gruppo di Warrel Dane influenzi un genere molto meno grezzo com’è appunto il prog.)
Ne viene fuori un’ora di musica intensa ed aggressiva, estremamente derivativa (originalità qui ce n’è men che poca) ma per niente banale o scontata. Al contrario, molto ispirata e piena di melodie trascinanti tanto che gli amanti del genere non stenteranno a perdonare l’eccessiva omogeneità (per non dire somiglianza) dei vari episodi.
Sostanzialmente, sin dalla opener “Silver ending” i nostri si impegnano a regalarci una manciata di ritornelli tesi ed orecchiabili, alternati a strofe più pesanti e sanguigne. Difficile isolare gli episodi migliori: va tuttavia sottolineato che il disco cresce di parecchio nel finale. Arduo ad esempio, ignorare il refrain maledettamente catchy di “Your desire”, in cui l’influenza di Warrel Dane e soci si fa preponderante. Molto buona anche la successiva “Voyager Nine”, che strizza l’occhio all’hard rock ottantiano sia nelle tonalità, sia nel testo affascinato dai viaggi spaziali. Davvero belle poi anche la ottima “Into the unknown” e la conclusiva “Heroes”. Il disco fa molta leva sull’ottima prestazione vocale di Mike Anderson, interprete di una prova davvero grandiosa che, chissà, un giorno potrebbe valergli una collaborazione con gli Ayreon.
Nella prima metà si segnalano inoltre le interessanti “Kingdom of sand” e “Pull the brake”, anche se l’omogeneità dei vari brani è tale da non permettere di evidenziare elementi di spicco in questa o quella song.
Va poi detto che, contrariamente ai dettami del moderno prog metal, “New era” manca di una ballad, fattore che certamente contribuisce ad appiattire i toni dell’album, ma che al contempo garantisce un inalterato livello di adrenalina durante tutta l’ora di durata del cd.
Per tirare le somme, un lavoro ancora una volta più che discreto, che mette in evidenza una band in buona forma, senza la pretesa di creare nuove traiettorie nell’universo musicale conosciuto ma con le idee molto chiare. Grazie alle loro composizioni contenute e prive di derive strumentali ampollose, i Cloudscape possono essere consigliati a tutti gli amanti del metal e non solo ai “progghettari” incalliti: un commento di chiusura che, come ovvio, potrebbe quasi far innervosire il recensore di turno, costretto a ripetere sempre la stessa cosa per molte band diverse.
Ma questo, dopo tutto, è solo un problema del music businness.
Ecco com’è che va il mondo, direbbe il Sapiente di Catania…
Tiziano “Vlkodlak” Marasco
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Tracklist:
01. Silver Ending
02. Share Your Energi
03. Kingdom Of Sand
04. Pull The Brake
05. Seen It All Before
06. Your Desire
07. Voyager 9
08. Simplicity – Huh
09. Before Your Eyes
10. Violet Eve
11. Into The Unknown
12. Heroes
Line-up:
Mike Anderson – vocals
Patrik Svärd – guitars
Stefan Rosqvist – guitar
Fredrik Joakimsson – drums
Håkan Nyander – bass