Recensione: New Era Rising

Di Eugenio Giordano - 18 Gennaio 2004 - 0:00
New Era Rising
Band: Angels Grace
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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78

Esordienti per la storica label tricolore Underground Symphony questi Angels Grace si presentano come una preparatissima prog metal band già molto blasonata tra gli addetti ai lavori che aspettavano con trepidazione l’uscita di questo primo “New era rising”. Non vi nascondo di aver trovato in questo lavoro una delle pubblicazioni migliori della piccola label piemontese che ancora una volta dimostra di possedere un rooster di gruppi spesso troppo sottovalutate o pregiudicate da giudizi precipitosi e superficiali. Ho notato, lungo tutta la durata di “New era rising” una personalità e un carisma compositivo davvero molto spiccati e maturi, questo aspetto emerge nettamente da ogni singola composizione del gruppo e denota una preparazione ineccepibile unita a un gusto artistico innegabile. Queste caratteristiche sono ormai diventate il trademark delle produzioni patrocinate da Frank Andiver agli Zenith Studios e gli Angels Grace non fanno eccezione, il gruppo è riuscito ad ottenere un sound efficace, personale e piacevolmente sperimentale come nella migliore tradizione prog. In breve gli Angels Grace riescono a generare una musica molto ambiziosa e raffinata, non soffrono assolutamente di complessi di emulazione, in questo senso quindi non aspettatevi soluzioni care alle band italiane più affermate di loro. Mi pare, ma potremo poi chiarire maggiormente in sede di intervista, che l’obiettivo principale di questo esordio fosse proprio quello di costruire con grande impegno una identità artistica riconoscibile e non sovrapponibile ad altre realtà, questo fine è stato perseguito dalla band grazie a un songwriting ambizioso che certamente non gli porterà i consensi di folle esultanti ma che assolutamente garantirà loro un pubblico selezionato e fedele, sul quale poter contare per il prossimo futuro.

Il disco è introdotto dallo strumentale “Abyss alchemy” basato su un impiego sperimentale delle tastiere, volutamente sperimentali, in modo da introdurre l’atmosfera fluida del sound della band. Si comincia con l’ottima “Under a leaden sky” che presenta subito le doti migliori degli Angels Grace, in primo luogo le chitarre ritmiche cambievoli e oscure, che generano un riffing ipnotico su cui poggiano le linee melodiche delle tastiere. Questa struttura è arricchita da una sezione ritmica ricercata e tecnica che aggiunge raffinatezza alla proposta della band, non ci sono cali di tono lungo i sette minuti di durata del brano e il risultato mi pare assolutamente maiuscolo. La successiva “Spirits of the ocean” appare maggiormente rallentata ma non perde mai le strutture progressive care alla band, qui l’interpretazione vocale spicca grazie a un ritornello dalle tinte sinfoniche che mi rimanda ai Savatage ponendo gli Angels Grace al di sopra della media delle band nazionali attive in questi frangenti. Potente e ambiziosa “Seas of karma” ripropone gli Angels Grace alle prese col mood ritmico progressivo affidato alle chitarre, nuovamente emergono la sezione ritmica e le ottime melodie vocali che disegnano linee complesse ma fruibili. Certo questo disco non è propriamente indicato a un pubblico amante di composizioni immediate e richiede una serie di ascolti per poter essere pienamente apprezzato. Con “My self again” ritrovo echi artistici cari agli ottimi tedeschi Vanden Plas dei primi platter e ancora una volta ascolto gli Angels Grace artefici di una composizione matura, fluida e molto ambiziosa, mi auguro che queste mie impressioni vengano colte anche da altri giornalisti al momento di recensire questo platter. Se dobbiamo cercare un possibile paragone con altre band, possiamo identificare nei Dream Theater di “Images and words” la principale matrice artistica di un brano come “The gift inside” che ripropone alcune carattersitiche del sound di quel platter. Senza scendere nel particolare è comunque doveroso rimarcare la raffinatezza compositiva degli Angels Grace che pure in questo caso puntano su soluzioni progressive e articolate, risultando concreti ed efficaci. Più dinamica e oscura “Through the waves of time” viaggia con personalità attraverso parti strumentali e cambi di tempo, non concendendo all’ascoltatore il tempo di abituarsi a strutture precise, ma garantendo sempre una regia melodica avvolgente. Sulla stessa linea artistica “Riminding the past” riprende le ottime tastiere delle canzoni precedenti e unisce in modo bilanciato la sezione ritmica e le chitarre dinamiche ascoltate fin qui, ancora gli Angels Grace risultano personali e creativi. La conclusiva “Time without you” è una lunga suite dai notevoli spunti tecnici, parti strumentali e strofe cantate so alternano in maniera riuscita. Intelligentemente gli Angels Grace aggiungono tastiere e parti pianistiche che aumentano l’effetto degli arrangiamenti nei confronti di chi ascolta.

In conclusione non ci sono dubbi in merito all’assoluto valore di questo esordio, spero che per gli Angels Grace questo “New era rising” rappresenti un trampolino di lancio verso il futuro, torno a consigliarvi l’ascolto di questo disco con la massima attenzione e liberi da qualsiasi sorta di preconcetto.

1 Abyss alchemy
2 Under a leaden sky
3 Spirits of the ocean
4 Seas of karma
5 My self again
6 The gift inside
7 Through the waves of time
8 Reminding the past
9 Time without you

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