Recensione: New Metal Leader
Ross Friedman, alias Ross Funicello, senza dubbio più conosciuto come Ross The Boss, è un pilastro inamovibile dell’hard’n’heavy mondiale. Il Nostro, di professione chitarrista, inizia a muovere i primi passi nel lontano 1973 a New York, all’interno dei seminali The Dictators. Con Loro registra tre album, si trasferisce poi in Francia dove si unisce agli Shakin’ Street, che nel 1980 fungono da supporter ai Black Sabbath versione Ronnie James Dio durante il tour del monumentale Heaven&Hell. In quel periodo tale Joey DeMaio, sconosciuto bassista, è impegnato come roadie al servizio del Sabba Nero. Il destino vuole che Ross entri fin da subito in sintonia con quest’ultimo e da quel momento ha inizio la saga Manowar, ossia una fra le band più oltraggiose e temute degli anni Ottanta. La leadership del gruppo viene divisa equamente fra i due e il Loro legame, siglato col sangue, partorisce una sequenza impressionante di sei album micidiali per potenza barbarica e portata epica – con parziale eccezione per Fighting the World – , culminati, per Funicello, con Kings of Metal, nel 1988.
La dipartita di Ross The Boss per molti segna la fine dell’epoca aurea dei Manowar, in ogni caso il chitarrista da quel momento in poi si dedica a svariati progetti, anche al di fuori dell’ambito HM e fondamentalmente di lui si perdono le tracce fino al luglio 2005, quando, durante l’Earthshaker Festival, in Germania, si riunisce insieme ai vecchi pard per suonare dal vivo qualche brano immortale di allora, fra gli osanna del pubblico. In quegli istanti il dannato seme del Metallo si rimpossessa di Mr. Funicello che, tra una collaborazione e l’altra, finalmente riesce a concretizzare una band dedita al suo vecchio amore, ossia heavy f***ing metal eroico e possente. Galeotto è l’incontro con altri giovani musicisti germanici dediti a coverizzare i pezzi dei Manowar durante il Keep It True IV Festival 2006, sempre in territorio ex prussiano. Nascono gli RTB, seguono alcuni concerti dal vivo e, udite udite, proprio oggi, 22 agosto 2008, esce New Metal Leader, il nuovo lavoro discografico dei Ross The Boss. Oltre al lider màximo finora menzionato, l’ensemble si compone di Patrick Fuchs (Vocals) e Carsten Kettering (Bass), entrambi membri degli Ivory Night, per finire con l’ex Divinus Matthias “Matze” Mayer alla batteria. In buona sostanza tre metallari duri e puri corazzati d’acciaio che dimostreranno di essere all’altezza della situazione, fatto salvo qualche limite da parte del vocalist sulle tonalità più alte.
New Metal Leader
La strumentale I.L.H. spazza ogni dubbio, l’Army of Immortals è tornata per radere al suolo il campo di battaglia ed eliminare gli infedeli contaminatori del Trve Metal. La chitarra assassina di Blood of Knives è lì a testimoniarlo, senza redenzione per alcuno. Classicissimo l’incedere del brano, sullo stile dei Judas Priest più quadrati: ugola al vetriolo da parte di Patrick Fuchs e bridge da urlare sudati con i pugni alzati nel pit di fronte al palco. Nient’altro da aggiungere. I Got the Right, nell’inicipit, suona Manowar da far schifo e l’ascia del vecchio Boss “trita” che è un piacere sentirla. Segue chorus epico da manuale. Morale: che la gloria sia con voi, wimps and posers leave the hall! Acceleratore a manetta in Death or Glory e poco altro da segnalare, Plague of Lies pare il tributo della Ross The Boss Band a un altro gruppo ultra-defender nato in quel di Sheffield a metà anni Settanta: i Saxon. Quindi chitarre affilatissime, tonnellate di coerenza e suono pulito fino al termine, proprio come gli Stallions of the Highway d’oltremanica. Il singer mostra la corda nel finale, a la Machine Gun di “wheelsofsteeliana” memoria, ma ci pensa la sezione ritmica Kettering/Mayer nel colmare alla grande la lacuna.
God of Dying farà la gioia dei die hard fan dei Manowar amanti di un pezzo imperituro come Defender, soprattutto per quanto attiene i primi minuti dell’ascolto, mentre May the Gods Be with You rappresenta l’episodio anomalo del disco, ovvero la canzone ruffiana di turno, costruita su stilemi Rock’n’Roll e cori di facile airplay. La cupa Constantine’s Sword delude fatalmente le attese e ci si aspetta che un brano come We Will Kill tenda a recuperare. Purtroppo le speranze vengono parzialmente deluse: cori guerreschi neanche troppo convinti duellano con l’ascia di Ross ma non basta, il risultato finale fa accostare il pezzo a uno scarto dei Manowar. Di contro chiusura in pompa magna con un inno da concerto come Matador, sul quale aleggia di nuovo l’ombra dell’aquila sassone, ma è con Immortal Son che i Nostri pescano l’asso: la mannaia di Funicello fende a destra e manca, Patrick Fuchs non sta a guardare e fa il bello e cattivo tempo in una composizione dove l’epica torrenziale e il sano Metallo si fondono indissolubilmente, per sempre, proprio come fecero, a loro tempo, Bridge of Death e Guyana(Cult of the Damned).
L’album è disponibile, oltre al formato standard, sia come digipak Cd che in doppio vinile. In entrambi questi casi con l’aggiunta di due bonus track. La produzione è stata curata da Tarek Maghary(Majesty) mentre mixing e masterizzazione da Achim Köhler(Sinner/Primal Fear), con il preciso intento di ottenere un suono molto vicino a quello classico e roboante dei Manowar.
Ci sono voluti vent’anni affinché un nuovo prodotto HM con Ross The Boss Funicello all’ascia vedesse la luce e New Metal Leader risponde abbastanza egregiamente a quanto i fan del chitarrista newyorchese si aspettano. Purtroppo accanto a bordate incommensurabili di Metallo Epico vi sono alcuni baleni di stanca, che inevitabilmente penalizzano la valutazione finale del prodotto. Un vero peccato, perché in certi momenti si ha davvero la sensazione che certi brani solo l’ex Manowar sia in grado di poterli partorire.
Ad ogni modo, Welcome Back in the Sacred House of Metal, Ross!
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Tracklist:
01. I. L. H.
02. Blood of Knives
03. I Got the Right
04. Death & Glory
05. Plague of Lies
06. God of Dying
07. May the Gods Be with You
08. Constantine’s Sword
09. We Will Kill
10. Matador
11. Immortal Son
Line-up:
Ross The Boss – Guitar
Patrick Fuchs – Vocals
Carsten Kettering – Bass
Matze Mayer – Drums