Recensione: New Shores
Dicono che il meteo abbia pesanti ripercussioni sul nostro stato d’animo e modo di approcciarsi al vivere quotidiano. Vera o no che sia questa “legge”, dopo un inverno di neve e week end orrendi il seppur timido sole che mi ha accolto e riscaldato in questi giorni, ha oggettivamente mutato in meglio il mio umore. Per tale motivo, per non esagerare in senso positivo, mi sono preso più tempo del dovuto per recensire ed ascoltare un album semplice ed immediato come quello che vi appresto a descrivere brevemente. L’ascolto ripetuto ha mitigato e rivisto verso il basso solo parzialmente la mia prima buona, se non ottima, impressione di New Shores degli svizzeri Lunatica con la bella voce della singer Andrea Datwyler.
Non si inventano nulla: fanno parte di quella schiera di band con vocalist femminile che hanno spopolato negli ultimi anni (Nightwish e Within Temptation su tutti) e non lo nego nella maniera più assoluta. Ciò non toglie che “New Shores”, per quanto sia un album derivativo e poco originale, sia un prodotto maturo, elegante ed ottimamente prodotto dal sempre attivissimo Sascha Paeth, che mi ha regalato diverse ore di buona musica. Inserti di elettronica arricchiscono brani ora più diretti e di propensione heavy ad altri maggiormente melodici e lineari. Gli strumentisti sono precisi, ma mai eccessivi nei virtuosismi, in quanto la forza della band consta nella capacità di creare canzoni di facile presa e durata nel tempo con elementi sinfonici, cori studiati per esaltare la voce cristallina di Andrea che rende alla grande anche nei toni più bassi. Gli assoli, quasi sempre semplici scale, sembrano fatti apposta per spezzare il brano di turno e poter così ripartire per scavare nella nostra mente un ricordo capace di resistere agli ascolti.
Elegante. E’ il modo in cui si presentano i Lunatica con la title track. Senza fretta, e con la calma e la sicurezza di chi sa di aver curato un brano in ogni minimo particolare. Qui c’è tutta la band. Riff arcigni, elettronica, tastiere e cambi tempo per una traccia energica ed allo stesso tempo riflessiva nella quale tutti questi elementi coesistono dando dimostrazione di maturità ed esperienza. In un baleno ci troviamo a raccogliere il monito ambientalista dei Lunatica, sotto forma di un suadente mid tempo (“Incredibiles”) sottolineato da backing voclas, orchestrazioni sontuose e una prestazione vocale da ricordare. Ma quest’usignolo sa anche andare in basso ed imbastardire la sua ugola mettendosi in simbiosi con la chitarre di D’Incau in “The Chosen Ones”. In un continuum sorprendente per qualità proposta arriva “Into The Dissonance”: un altro mid tempo in crescendo trascinante che evita di divenire un insipida fotocopia di mille altri brani con inserti riflessivi, break elettronici ed assolo che riesce ad evidenziare oltre modo la bellezza del ritornello più che riuscito. Da qui, inutile negarlo, il disco subisce una flessione e propone brani maggiormente convenzionali (“The Day The Falcon Lies” e “Heart Of A Lion”), un dolcissimo/stucchevole duetto da musical (“Farewell My Love”) davvero evitabile. Il disco riprende vigore nel finale con la pesante e mutevole “My Hardest Walk” ed il lento (stavolta bello) con Andrea sugli scudi.
Per quel che mi riguarda questo album è stata una piacevolissima sorpresa e lo consiglio a tutti gli amanti del genere. La tracklist offre una marea di pregevoli brani di semplice metal melodico magistralmente confezionati che, anche se non inventano nulla, sono sicuro che mi faranno compagnia per molto tempo. Provate a dare una chance a questo “New Shores” dei Lunatica.
Top Songs: The Incredibles, Into The Dissonance, The Chosen Ones
Skip Song: Farewell My Love.
Tracklist:
1. New Shores
2. Two Dreamers * MySpace *
3. The Incredibles
4. The Chosen Ones * MySpace *
5. Into The Dissonance
6. The Day The Falcon Dies
7. Farewell My Love
8. Heart Of A Lion
9. My Hardest Walk
10. Wind Of Heaven
11. How Did It Come To This * MySpace *