Recensione: New Universal Order
E’ tornato a farsi sentire anche Magnus Ròsen, l’ex bassista degli Hammerfall che ha scelto di rinunciare a fama e soldi, decidendo di dedicare il suo tempo a favore di un nuovo progetto che si inserisce in un contesto futuristico: il new millenium metal degli X-World/5.
La copertina di New Universal Order, in bella vista qui a fianco, non smentisce il sound di un disco costruito per incanalarci nel futuro immaginario di Magnus, album pieno zeppo di effetti sonori legati allo spazio che non fanno altro che incrementare fino ad estremizzare questa stuzzicante concezione intergalattica.
Piccolo passo indietro per introdurre il gruppo. Magnus aveva già deciso anzitempo di seguire il rinnovato percorso musicale e, una volta lasciati gli Hammerfall, ha basato la politica della sua creatura sulla totale democrazia: tutti potranno/dovranno partecipare attivamente alle attività della band, nessuno escluso, come invece accadeva coi templari d’acciaio dove Joacim Cans e Oscar Dronjak dettavano e dettano legge. Alla corte di Ròsen gli amici chitarristi Andy La Rocque (King Diamond, Death), Reeves Gabrels (ex David Bowie), il batterista/produttore Big Swede (già al lavoro con l’ex Rainbow Graham Bonnet) e Nils K. Rue, l’ottimo cantante dei Pagan’s Mind, ex Eidolon.
Le registrazioni sono curate davvero bene, tanto da riportare alla mente le fastose produzioni manowariane degli ultimi anni, e l’aderenza ai canoni sonici decantata dall’ex bassista degli Hammerfall trova riscontro nella primissima CyberChrist, un brano poco articolato ma dal forte impatto ritmico, governato dalle percussioni e modulato dalla voce di un K. Rue in piena forma, voce costantemente trasformata dai filtri che aiutano a ricreare la bramata dimensione cosmica.
Pochissime affinità con la vecchia fiamma, e questo è un punto da assegnare a Magnus che, anche se non sempre gli riesce bene, ha provato a creare qualcosa di personale, vedi l’andamento marziale della seconda Man Machine fino all’eccellente ritornello, il punto più alto dell’intero disco.
Evidenziato il carattere guerresco di New Universal Order, mi permetto di segnalare che, tolta la patina di effetti sonori futuristici, quello che c’è sotto non è di grandissimo rilievo artistico, le nove composizioni (tolte le prime due e l’up tempo Argonaut, riuscitissimo) sono infatti molto simili l’una con l’altra e le marce imperiose di inizio album appaiono snaturate dopo l’ascolto dei semi-cloni Charge To War, Lunar Voyage e New Eden.
Comunque sia il lavoro degli X-World/5, benché stancante e come detto ripetitivo, non mi ha affatto deluso. Il gruppo si inserisce in un panorama, quello dello space metal, che ultimamente ha strappato numerosi consensi e il gusto musicale di Magnus Ròsen non sembra essere stato intaccato dopo il recente split di cui abbiamo ampiamente parlato in sede di intervista. Motivo in più per andarsi ad ascoltare il debutto di un gruppo che ha le carte in tavola per fare bene, sperando che, alle prime difficoltà, non si abbattano lasciandosi andare come successo ai Ride The Sky di Uli Kush.
Gaetano Loffredo
Tracklist:
1.CyberChrist
2.Man Machine
3.Charge To War
4.Stand Up
5.A Cryptic Message
6.Crooked Cross
7.Lunar Voyage
8.Argonaut
9.New Eden