Recensione: Night In The Ruts
Night In The Ruts rappresenta un momento fondamentale per la carriera degli Aerosmith: l’Hard rock band più famosa degli Stati Uniti d’America. Il cd in questione, sesto studio album dal 1973, sicuramente non è il miglior prodotto degli anni ‘70 della creatura di Steve Tallarico ma merita di essere ricordato, oltre che per la sua buona qualità, anche per aver portato alla storica separazione tra Joe e Steve. Le incongruenze tra i due leader incontrastati della band si espletarono proprio durante la registrazione del suddetto cd. Joe stufo degli eccessi di Steve se ne andò sbattendo la porta e fu così che per concludere il lavoro in studio, (già a buon punto), e per le date dell’imminente tour gli Aerosmith chiamarono Jimmy Crespo. Fu l’inizio della crisi finita solamente con il ritorno di Joe e Brad Whitford nel 1984 e il clamoroso rilancio con lo storico video Walk This Way con i rapper Run DMC.
Night In The Ruts è un album che da molti è stato sottovalutato. Sebbene non sia un capolavoro io credo che sia un ottimo esempio della qualità incredibile del gruppo che, anche in un momento non felice, riuscì a dare alla luce un cd godibile e molto ben fatto. Canzoni come l’opener No Surprize incarnano bene la illimitata capacità degli Aero nel saper trovare melodie orecchiabili e vincenti. Song come la possente e ondulatoria Chiquita o la più particolare Cheese Cake, che con il passare dei secondi aumenta il ritmo per poi fermarsi, danno al cd maggiore peso con un sound in continua evoluzione. Prezioso il sussurro di Steve nel lento Remember mentre scorre nel cuore del cd il mid tempo Three Mile Smile. Si rallenta, si procede a carponi, tra le grandi estensioni vocali di Steve nella marcia allegra e coinvolgente Reefer Head Woman impreziosita dall’immancabile fisarmonica seguito dal solos. Torna la velocità e l’Hard Rock più scatenato degli Aero con la grande sezione ritmica di Bone To Bone che colpisce duro fin da subito per 3 minuti lineari e facili da gustare fino in fondo con piacere. Si prosegue sulla scia di un grande giro di basso di Tom in Think About It supportato da un lodevole lavoro di chitarra. Strofe incalzanti e un sound metallico prendono il sopravvento mentre la sezione ritmica aumenta di intensità e i solos si sprecano per un finale disordinato durante il quale Steve si diverte a stuzzicare la sua voce con un cantato sporco. La chiusura è affidata Mia: la miglior canzone del cd. Tinte malinconiche si insinuano tra le nostre orecchie tra linee melodiche inesorabili e un’interpretazione passionale del solito Tyler davvero ispirato specie nel bridge passionale e nei dolorosi uh, uhhh di una tristezza totale.
35 minuti per 9 tracce semplici che piacciono fin da subito e non smarriscono il loro fascino con gli ascolti negli anni. L’Hard rock degli Aerosmith anni ’70 è sempre di ottima fattura e colpisce in maniera diretta ed estremamente efficace l’ascoltatore con canzoni corte e varie che spaziano dai lenti alle Hit clamorose. Il cd in questione non rappresenta il top raggiunto dalla formazione statunitense e probabilmente non si avvicina nemmeno lontanamente. Ricordiamoci però che stiamo parlando degli Aerosmith; io credo che Night In Ruts sia un lavoro ben strutturato e suonato che merita di essere acquistato e sponsorizzato sia per il suo valore storico che musicale.
1. No Surprise
2. Chiquita
3. Remember
4. Cheese Cake
5. Three Mile Smile
6. Reefer Haed Woman
7. Bone To Bone
8. Think About It
9. Mia.