Recensione: Night…Mare

Di Matteo Lavazza - 7 Agosto 2005 - 0:00
Night…Mare
Band: Power Crue
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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78

Nati addirittura nel 1986 i greci Power Crue giungono al loro terzo album completo con questo “Night…Mare”, ancora una volta all’insegna del Metal più puro e senza contaminazioni, segno di una coerenza musicale per certi versi invidiabile.
Ed è bello constatare fin dall’opener “Karcharias” questa coerenza non sfoci nella banalità, anzi, il brano pur restando fedele ai canoni del Metal riesce a conquistare grazie ad una freschezza e ad un energia davvero invidiabili.
La successiva “Kill of the Soul” segue stilisticamente i dettami del brano precedente, anche se con velocità meno sostenute, ma l’energia non manca di certo, grazie alla compattezza della sezione ritmica e soprattutto al vocione del cantante Total A., dotato di un timbro che forse potrebbe far storcere il naso a qualcuno, vista la scarsa tecnica esecutiva, ma che riesce a convincermi in virtù della cattiveria che esprime.
“Final War” e “Horrorstruck” continuano sulla falsariga delle precedenti, con la prima che sulla strofa punta molto sulla melodia, mai banale o troppo sofisticata, e la seconda che invece gioca su atmosfere cupe ed orrorifiche, come da titolo d’altronde, senza che venga mai a mancare però la potenza richiesta dal genere, l’unica cosa a non avermi pienamente soddisfatto è la strofa, che lascia un senso di incompiuto.
Come ho scritto all’inizio un po’ tutte le canzoni sono assolutamente Heavy Metal, se nessun dubbio, ma la carica che riescono ad infodere canzoni come “Blind Believer”, dotata di un ritornello davvero splendido e d’impatto, “Feeder of Needs” (Part I- the Nightmare Part II- )”, dove la prima parte è composta da un mid tempo roccioso e potente e la seconda è più giocata su chitarre acustiche, all’inizio, e su ritmi più veloci poi, il tutto a creare un contrasto di atmosfere che donano molta dinamicità al tutto, e la conclusiva “Gates of Fire”, un concentrato di riff che più Metal non si può, ma come al solito senza mai scadere nel banale o nello scontato.
Una nota a parte la merita “53 Days”, brano giocato interamente o quasi su un riff ossessivo del basso di Dominus M., e con Total A. che più che cantare sembra quasi recitare, il tutto a creare un effetto davvero particolare ed originale, nonché molto intrigante.
Tecnicamente la band è sicuramente molto valida, soprattutto a livello ritmico tutti i componenti del gruppo si muovono molto bene  riescono davvero a dare dinamicità e potenza alle varie canzoni, ed anche la particolare voce del singer è a mio parere un punto di forza.
I suoni mi sono piaciuti parecchio, la band, che ha anche prodotto il disco, ha evitato i suoni perfetti ma freddi tanto in voga in questi anni, scegliendo soluzioni sicuramente meno pulite e tecnicamente all’avanguardia, ma di sicuro più calde e quindi coinvolgenti.
I Power Crue meritano tutta la mia stima ed ammirazione per la coerenza che hanno dimostrato nel corso della loro ormai lunga carriera, e musicalmente rimangono a mio avviso davvero molto validi, sarebbe davvero un peccato se anche questa volta passassero inosservati dalle nostre parti, gruppi che suonano semplicemente Heavy Metal fatto bene ce ne sono sempre meno, sarebbe un peccato ignorarli.

 

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