Recensione: Nightbound
E poi ci sono Robbie LaBlanc, Daniel Flores ed i Find Me…
Il classico porto sicuro per chi ama l’AOR e non cerca sorprese. Piuttosto, una pacifica routine fatta di suoni familiari che non sorprendono magari più, ma conservano intatto il fascino di uno stile che non insegue per forza la novità.
LaBlanc del resto, è uno dei numi tutelari del genere. Facile andare sul sicuro, mettendosi ad ascoltare il lavoro di un artista dotato di talento, esperienza e qualche buona idea tale da consentire il confezionamento di un po’ di canzoni da manuale.
Lineare, semplice e forse prevedibile: da un album griffato Find Me si sa già in partenza cosa attendersi. Il nocciolo della questione, come sempre quando si parla di generi cristallizzati come l’AOR, è se quel qualcosa è fatto bene o è destinato a scadere nelle trame del trascurabile e talmente strasentito da veicolare noia.
Nessuna sorpresa nemmeno qui. Un disco dei Find Me è sempre piacevole da ascoltare. E nel nuovo “Nightbound”, ci sono melodie classiche, un po’ vintage in stile vecchi Journey/Toto, e spunti che potrebbero appartenere ad un Jim Peterik abbastanza ispirato.
In un modo o nell’altro, roba che scorre, offre qualche tocco di classe e solleva lo spirito.
Non serve quindi star troppo a dilungarsi. Anche questa volta abbiamo buona musica da ascoltare. Potenzialmente per un po’ di tempo. Le canzoni, infatti, migliorano ad ogni giro (la prima parte del disco in particolar modo) e denotano la consueta abilità di una coppia di consumati creatori di melodie come LaBlanc e Flores. Sarebbe un errore, in effetti, fermarsi ai primi passaggi, sottovalutando un lavoro di buon spessore che in pezzi dotati di ottimi ritornelli come “I See You in Everyone” e “Can’t Wait Here Anymwhere” definisce la propria stilosa eleganza.
Con la voce costantemente al top, dotata degli stessi colori e della medesima bontà interpretativa conosciuta sin dai tempi dei Fury, “Nightbound” si piazza in scia ai suoi quattro predecessori seguendone nella sostanza gli esiti.
Un buon disco di ottimo AOR. Ne più e ne meno di quanto proposto sin dagli esordi dalla sinergia tra Robbie LaBlanc e Daniel Flores, conosciuta semplicemente come Find Me.
