Recensione: Nightbreaker
Dopo la dipartita di Tony Moore, i Riot se ne escono nel 1994 con questo Nightbreaker, dove la band oltre che a presentare ai fans il nuovo superbo cantante Mike DiMeo, intraprende un cambio di rotta musicale, abbandonando in larga parte le sonorità speed metal del precedente “Thundersteel” e ls spinta innovativa di “Privilege of Power”, per dedicarsi a sonorità decisamente più rockeggianti.
Nightbreaker è stato un album inspiegabilmente snobbato dalla maggior parte della critica, e forse anche dagli stessi fan dei Riot. Per il sottoscritto, invece, reppresenta un buon lavoro, che si attesta tra i dischi passati più speed ed i lavori successivi più heavy.
Si parte con l’ottima “Soldiers”, la mia preferita del cd, brano d’apertura evocativo e dal sapore epico, da urlare a squarciagola ai concerti. Segue “Destiny“, pezzo heavy dove risaltano le prestazioni vocali di Mike DiMeo. Splendida l’interpretazione della cover “Burn” dei Deep Purple, una delle versioni più vibranti che io abbia mai sentito, con un Bobby Jarzombeck eccezionale dietro le pelli ed un Mark Reale in formissima nelle parti di chitarra solista.
Una tastiera che accompagna la voce di Mike DiMeo introduce la bellissima ballad “In Your Eyes”, quasi ricordando i Whitesnake di David Coverdale. Segue la titletrack “Nightbreaker“, una cavalcata heavy con forti tinte speed, e con un refrain che vi rimarrà subito in testa. “Medicine Man”, molto godibile, marcia su vie più rock-blues, mentre si torna a fare dannatamente sul serio con la veloce “Silent Scream”, che sfocia in un ritornello atipico rispetto all’andamento del brano. Un pezzo davvero degno di nota.
Si prosegue con “Magic Maker”, un mid-tempo trascinante in classico stile heavy, arrivando alla rocciosa “I’m On The Run”, che però convince poco, rimanendo l’unico brano debole di questo album. Si arriva alla bellissima “Babylon“, giudicata dai più la miglior canzone del cd, e a ragione. Riff ispirato di Mark Reale, voce fantastica di Mike DiMeo, refrain meraviglioso, assolo incredibile, andamento globale del pezzo trascinante al massimo…in perfetto stile Riot! Il cd si conclude con una chicca, la riproposizione di “Outlaw” dall’album Fire Down Under…un classico della band!
In conclusione questo Nightbreaker è veramente un buon album di sano Heavy Metal, non eccelle forse come qualche suo predecessore, ma rimane un must per ogni fedele fan della band, e seppur spiazzante per certi versi, rappresenta un passaggio fondamentale nella discografia Riot verso le proposte musicali successive del combo americano.