Recensione: Nightly Ray

Di Leonardo Arci - 4 Gennaio 2007 - 0:00
Nightly Ray
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Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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75

Gli Emergency Gate nascono nel 1996 a Kirchseeon, in Germania, su iniziativa di due giovani compagni di scuola, Mario Lochert e Fabian Kießling, entrambi appassionati di musica rock e attivi in diverse school bands. Dopo diversi shows tenuti in giro per la Germania ed alcuni prestigiosi riconoscimenti ufficiali decidono che è arrivato il momento di dare vita ad un gruppo tutto loro. Reclutano pertanto tra i propri conoscenti il resto dei componenti della band e iniziano a scrivere del materiale che verrà pubblicato nel 2000 con un’autoproduzione, il mini album Emergency Gate.
Il percorso di crescita del combo teutonico prosegue negli anni a venire, grazie anche alle collaborazioni con alcuni membri dei Bonfire e soprattutto con il produttore Spike Streetfkerk (Melissa Etherodge, Phil Collins, Def Leppard), il quale si occupa della pre-produzione di questo Nightly Ray. E’ lo stesso bassista Mario Lochert che si incarica della promozione della band, e il risultato di tanto impegno è presto visibile poiché la band ottiene in poco tempo un vantaggioso contratto con la olandese The Electric Co. sotto le cui ali protettrici viene rilasciato il primo full-length dei nostri.

Diciamo subito che la musica degli Emergency Gate non è facilmente inquadrabile in un genere predefinito. I ragazzi dimostrano di avere un background personale piuttosto vario che si riverbera su tutto il CD. Certamente non si tratta di un heavy metal canonico essendo impostato su una matrice thrash che riporta alla mente i vecchi Metallica ma che lascia spazio a diverse componenti hard rock e progressive con un richiamo a sonorità nu metal e crossover, che però non inficiano il risultato finale, anzi lo arricchiscono di una originalità accattivante. La struttura dei brani è articolata e non sempre immediata, sebbene le linee vocali siano spesso melodiche e accessibili. Entrando maggiormente nei dettagli il batterista sviluppa ricami tecnici e creatività mirata, il bassista è molto tecnico ma senza risultare eccessivo, riuscendo a tessere intrecci essenziali e a sostenere opportunamente la struttura delle canzoni edificata dalle chitarre e dalle tastiere. La voce in alcuni episodi è filtrata, scelta che non condivido in toto, ma l’esecuzione delle parti vocali è sempre di buon livello. Colpisce in particolare la versatilità del cantante la cui timbrica, nei momenti in cui esegue linee pulite, appare teatrale e macabra e ricorda molto quella di Alice Cooper, mentre negli episodi più aggressivi ricorda quella di James Hetfield.

Per quanto riguarda i brani Kill the dying emerge per la sua struttura complessa nella quale spiccano la voce aggressiva del singer e le orchestrazioni che danno un tocco di epicità alla composizione. In my dreams e Hold me again sono due semi ballad nelle quali la voce come detto si assesta su registri che ricordano molto Alice Cooper, risulta molto espressiva e recitata, piena di feeling e le canzoni ne risentono positivamente. Le backing vocals affidate a Gaby Weihmayer (ex Cemetery) contribuiscono in maniera determinante a creare atmosfere decisamente evocative. Diskre Pantz è molto dinamica e varia, alterna momenti riflessivi e pacati e frangenti nei quali la band scatena tutta la potenza e l’aggressività di cui è capace. Il singer in particolare varia in continuazione linee vocali passando da un’esecuzione pulita e lirica a momenti più aggressivi e grezzi che sfociano in strofe al limite dello screaming. Breed Evil inizia in modo che definirei visionario con una sezione ritmica cadenzata e ossessiva anche per merito di un arpeggio di chitarra che sembra estratto dalla colonna sonora di un vecchio film horror. Ecco, pensando a queste sensazioni claustrofobiche appare appropriato il nome che la band ha deciso di darsi: si avverte infatti il bisogno di una via di uscita, di un salvacondotto in questo limbo di oppressione in cui siamo incappati. Per fortuna ci pensa la power oriented Soulstreamer a delineare aperture ariose che però vengono presto stoppate dal chorus che ha la violenza tipica di una traccia death metal, complice la timbrica cupa e lugubre del cantante. Da segnalare infine la cover di Rock me Amadeus, vecchio successo pop rock degli anni 80 del defunto austriaco Falco.

Gli Emergency Gate sono una band piuttosto valida, formata da elementi dotati di perizie tecniche di buon livello, ben amalgamati e autori di un songwriting complesso ma accattivante. Pur proponendo una heavy metal ibrido risulteranno interessanti anche a coloro i quali prediligono sonorità più tradizionali. Promossi e consigliati.

Leonardo ‘kowal80’ Arci

Tracklist:
1. Nightly Ray  
2. Kill The Dying  
3. Another Day  
4. The Inside  
5. In My Dreams  
6. Discre Pantz  
7. Breed Evil  
8. Soulstreamer  
9. Hold Me Again  
10. No Clown  
11. Guardien of Time  
12. Rock me Amadeus  
13. Eternal Echo (Outro)

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