Recensione: Nightmare Vortex

Di Vittorio Sabelli - 12 Gennaio 2014 - 19:08
Nightmare Vortex
Band: Slaughterday
Etichetta:
Genere: Death 
Anno: 2013
Nazione:
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78

 

Che la tedesca F.D.A. Rekotz si stia affermando sul mercato underground come una delle etichette più attente a riportare ‘alla luce’ l’old school è cosa certa. Con le uscite di Master, Revel In Flesh, Goregast e Wound dello scorso anno è fin troppo chiaro che la vecchia scuola è viva e vegeta e tenuta in vita da decine di act che prendono in prestito le gesta di Entombed, Autopsy, Asphyx e delle prime band che hanno reso il genere al mondo. E la cosa interessante è che questo numero sta via via aumentando a dismisura, continuando a proporre materiale valido e altamente contagioso per i fan del genere.

È il caso del duo tedesco Slaughterday“, formatosi nel 2010 da Jens Finger e Bernd Reiners, il primo alle (4 e 6) ‘corde’, il secondo alla voce e alla batteria. Dopo il demo “Cosmic Horror” uscito la scorsa estate, la sua title-track è stata ripresa nel loro debutto ufficiale su full-length intitolato “Nightmare Vortex”. Il discorso intrapreso dai Nostri è tutto ciò che si possa immaginare della old school, con riffing killer, di provenienza chiaramente scandinava, ritmiche assassine che spesso sfociano in doom inaspettati a tagliare le gambe e la voce di Reiners fa il resto, perché la sua profondità riesce a trasmettere emozioni ormai lontane finalmente tornate in auge.

L’opener “Unearthly Evocation” gira in maniera perfetta: riffing, armonizzazioni, ritmiche serrate che improvvisamente lasciano il vuoto per sconfinare in terreni doom nei quali ci si perde, fino a riprendere coscienza e trovarsi nuovamente catapultati nella cruda realtà fatta di violenza (ma con classe). L’intro doom di “Nightmare Vortex” è solenne quanto adatta a proiettarci ancor di più nel mondo del duo, che emerge in maniera esponenziale grazie alla voce di Reiners, esprimendo le tematiche affrontate in maniera decisa e convincente: «Lost In The Limitless Abyss, Labyrinth To The Space Beyond, Unknown Truth Lies Beneath, Multidimensional Reality».

“Addicted To The Grave” prosegue il gioco sporco e marcio fissato come obiettivo, e lo fa in maniera esplicita, diretta a colpire con una semplicità disarmante, ma con una fluidità che lascia scorrer via il brano tra i cambi di tempo e gli assoli di Finger, (prima) ostico e (poi) melodico. Il solo in tapping iniziale di “Cosmic Horror” con un mini-solo di batteria è il preludio di un ottimo riff prima e di un solo melodico poi, nei quale Finger esprime le sue discrete qualità sotto entrambi i profili. Il suo riffing comunque riesce a differenziare i brani, nonostante le strutture alquanto povere e mai complesse. “Morbid Shroud Of Sickness” è una piccola chicca che ancora una volta mette in campo le abilità dei due a creare atmosfere intime e armonizzazioni che portano l’ascoltatore a non passare indifferente sotto il loro attacco.

Il tema doom iniziale di “Cult Of The Dreaming Dead” dapprima messo in risalto dal ride di Finger, va a scontrarsi con una sequenza di stop che portano alla conquista dell’essenza del death metal, quello in cui si rispecchia chi ha conosciuto le origini, il marciume e la sofferenza dei primordi. Ottimi i cambi nelle varie sezioni, con arpeggi che hanno il compito di fendere l’aria rovente, prima di soccombere inevitabilmente sotto i colpi feroci dell’ascia di Finger.

Le conclusive “Obsessed With The Undead” e “Cryptic Desolation” sono perfettamente in linea col discorso onesto, sincero e senza mezzi termini degli Slaughterday, che riescono a regalarci in questi quarantuno minuti di “Nightmare Vortex” l’ennesimo esempio di disco d’altri tempi, con una interessante capacità esecutiva e creativa, che ben si fonde con tutto ciò che le prime grandi band sul doppio versante Scandinavo-Floridiano ci hanno regalato.

Ottimo debutto! 

Vittorio “versus” Sabelli

 

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