Recensione: Nine Lives
Oramai è piuttosto chiaro: ogni nuova annata non ha il diritto di iniziare senza il permesso di Mikael Erlandsson e dei suoi Last Autumn’s Dream. Infatti, come d’abitudine da una decina d’anni a questa parte, anche nel neonato 2012, il panorama musicale del rock melodico si apre con la nuova e puntualissima uscita della band tedesco/svedese, capitanata dal biondo cantante/tastierista.
E pensare che nel 2010 l’addio alle scene di Erlandsson e soci sembrava quasi scontato. La prematura morte del bassista, co-fondatore dei Talisman, nonché grande amico di tutta la band, Marcel Jacob – omaggiato dalla pubblicazione di “A Touch Of Heaven” – poteva portare ad ipotizzare la chiusura di un capitolo pure al fan più sfegatato e positivo. Niente di tutto ciò, per fortuna, tutt’altro, a giudicare dai fatti. Basti pensare che Erlandsson ha addirittura raddoppiato i suoi impegni – da un paio di anni è partito infatti il suo progetto parallelo dal nome Salute – e dato alle stampe prima “Yes” (2011), per poi regalare quest’anno ai fan l’altrettanto buono “Nine Lives”.
Come è facilmente intuibile dal titolo, il suddetto lavoro è esattamente il nono album pubblicato dalla band. Così tanta costanza e produttività nel corso (breve) del tempo – 9 album in dieci anni di esistenza, considerando che il combo originario si compose nel corso del 2002 – potrebbe far malignamente pensare ad una qualsivoglia mancanza di qualità ad ogni nuovo disco che ci si appresta ad ascoltare. Della serie:«Eh ma stavolta avranno toppato sicuramente!».
Fortunatamente, non è così, non è ancora arrivato il momento della resa, perlomeno non quest’anno. “Nine Lives”, infatti, è il solito concentrato di melodia, digeribile nell’immediato e godibile in tutta la sua armoniosa orecchiabilità.
L’opener “In A Perfect World” riesce subito a far capire che lo smalto dei lavori precedenti non è stato ancora perduto. La chitarra di Andy Malecek – illustre ex dei melodic rockers teutonici Fair Warning – è sontuosa e incisiva quanto basta, capace di ritagliarsi il suo spazio con grinta e senza remore alcuna, come testimoniano la frizzante title-track, l’arrembante “Merry-Go-Round” – no, non è la cover del ben più celebre brano dei Mötley Crüe – e della sbarazzina “Golden Cage”, la quale presenta piuttosto un riff in pieno stile eighties che strizza ben più di un occhio ai grandiosi TNT del sublime “Intuition”.
A questi ritmi, colmi di elettricità e conditi da cori facilmente apprendibili ed estremamente gioiosi, fanno da contrappunto, come da copione, un paio di momenti più riflessivi e impregnati di puro romanticismo: “Is This Just Another Heartache” prima, e “Don’t Lead The Love Fade Away” poi, si manifestano all’orecchio come gli ideali istanti di relax, pur dedicati a sentimenti malinconici.
In chiusura, da segnalare, oltre alla eccitante “Megalomania”, due collaborazioni vocali di Erlandsson: la prima con il grande amico Soto – Talisman, Y.J. Malmsteen, ma non ha certo bisogno di presentazioni – su “The Last To Know”. La seconda con l’affascinante cantante svedese Jenny Redenkvist su “Angel Eyes”.
Nuovo anno, ennesimo buon prodotto per i Last Autumn’s Dream dunque. Fresco ed apprezzabile in tutta la sua semplicità, si conferma come d’abitudine l’ascolto ideale per iniziare nel migliore dei modi e con un sorriso questa nuova annata melodica.
Nota: nell’edizione giapponese è prevista la presenza di una traccia aggiuntiva, intitolata “Waited A Long Time”.
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Tracklist:
01. In A Perfect World
02. Nine Lives
03. Is This Just Another Heartache
04. Merry-Go-Round
05. Golden Cage
06. All I Can Think Of
07. Megalomania
08. The Last To Know *
09. Angel Eyes °
10. We Never Said Goodbye
11. Waited A Long Time (Japan bonus track)
12. Don’t Let Love Fade Away
Line Up:
Mikael Erlandsson – Voce / Tastiere
Andy Malecek – Chitarra
Jamie Borger – Batteria
Nally Pahlsson – Basso
Additional Musicians:
Jeff Scott Soto – Voce *
Jenny Redenkvist – Voce °