Recensione: Nineteen Eighty Seven [Re release]
Chi se li ricorda?
I Whitecross furono qualcosa di più che una semplice comparsa nel multiforme e coloratissimo universo hard rock che prese vita a cavallo tra i mitici eighties ed i primi, ugualmente significativi, anni novanta.
Fondato dal singer Scott Wenzel e dal virtuoso della sei corde Rex Carroll, il gruppo fu, infatti, sin da subito riconoscibile come uno dei pilastri incrollabili del cosiddetto “White Metal” o, meglio ancora, “Christian Rock”, ovvero quel genere musicale che, con gli Stryper in testa ad un nutrito plotone di altre bands, basava tutta la propria ragione d’esistere su tematiche divine / religiose e si proponeva, grazie all’aiuto della potenza comunicativa del rock, di diffonderne i dettami e le peculiarità.
‘Nineteen Eighty Seven‘ è, come suggerito direttamente dal titolo, il primo acuto del gruppo di Chicago, originariamente pubblicato (come omonimo) dalla piccola ed ignota Pure Metal nel lontano 1987, ed ora sottoposto – a cura della Girder Records in un primo tempo e della Retroactive in seguito – ad una meritoria opera di “restauro” e ri-regstrazione, esercizio ottimo al fine di dare nuova luce ad un prodotto che possiamo definire, senza troppi giri di parole, come un autentico (sebbene un po’ trascurato) classico nel campo dell’heavy-rock di matrice cristiana.
I (non molti) conoscitori dei Whitecross, non avvertiranno la necessità di essere messi al corrente in merito al valore di un platter d’ottima fattura, già ben accolto dalla critica del tempo ed assemblato sulla base di una tracklist piuttosto omogenea ed equilibrata. Qualche ulteriore appunto è tuttavia più che consono nei confronti di coloro che, incontrando per la prima volta questo nome, si domanderanno con un minimo di curiosità quali potessero essere i punti di forza della proposta di Wenzel e Carroll.
Ebbene, al di là di ogni possibile dubbio, quello messo in campo dalla coppia di artisti null’altro era che un esemplare – raffinato certo, ma mai troppo ammorbidito o “angelico” – di classico hard n’heavy dalla dimensione molto solida e compatta, composto con grande abilità da Carroll, (buonissimo esponente della cerchia dei guitar heroes del tempo) e ben interpretato dalle caratteristiche corde vocali di Wenzell.
Senza possibilità di replica, quanto appena espresso veniva esemplificato in tracce quali “Who Will You Follow”, “He Is The Rock”, “All I Need” e “Seein’ Is Believin’”, arrembanti pezzi di rock urgente e cadenzato che di etereo e “metafisico” avevano solo i testi (profondi ed alquanto devoti) e s’inserivano in un contesto non troppo distante dalla scena hard del periodo, rivaleggiando con Ratt, Warrant e Stryper negli episodi più melodici, per arrivare a scomodare i Motley Crue nelle sfumature più accese.
Piacevano le trame chitarristiche che sostenevano ogni singolo episodio e, in un’ambientazione che trattava senza soluzione di continuità della grandezza divina, sorprendeva la quasi totale assenza di toni smussati o spirituali, conferendo così alla proposta, un’immagine di “dura purezza” che poteva apparire singolare, ma giammai falsa o impostata.
Album piacevole che sinora era rimasto confinato alla “archeologia” musicale, questo “Nineteen Eighty Seven” aveva dalla sua un innegabile fascino primigenio, rinforzato ora anche dalla interessante e ben studiata reincisione, che ripropone una qualità di suono finalmente adeguata e non scarseggia nemmeno sotto il profilo dei bonus, omaggiando gli eventuali acquirenti con ben 6 inediti (due brani inseriti in scaletta e quattro ghost tracks poste in conclusione).
Perché non tentare allora: se gradite l’hard n’heavy di radice ottantiana e non siete allergici ai testi smaccatamente religiosi, il debut album dei Whitecross potrebbe essere una piacevole ed azzeccata riscoperta, valido sotto tutti i punti di vista allora come oggi.
Tracklist:
01. Who Will You Follow
02. Enough Is Enough
03. He Is The Rock
04. Lookin’ For A Reason
05. No Way I’m Goin’ Down
06. Seein’ Is Believin’
07. All I Need
08. Nagasake
09. Signs Of The End
10. Love On The Line
11. Re: Animate
12. 4 hidden bonus tracks
Line Up:
Scott Wenzel – Voce
Rex Carroll – Chitarra
Michael Feighan – Batteria
Antonio Acevedo – Basso