Recensione: No Alibi
Non si sta certo muovendo a caso la tedesca Artist Service, che si è affidata alla promettente Musicbuymail per distribuire l’ennesima freccia al proprio arco: i King’s Call, gruppo class rock capitanato da Alex Garoufalidis, che qualcuno di voi ricorderà grazie alle riuscite collaborazioni con artisti del calibro di Graham Bonnet (Rainbow, Alcatrazz, Michael Shenker), Chuck Wright (Doro, Quiet Riot) e Cherie Currie (The Runaways).
Bene, introdurrei questo No Alibi, il titolo del disco che stiamo per esaminare, parlandovi dell’unico vero motivo che ha portato al suo concepimento: al ritorno da Los Angeles, e dopo aver completato il lavoro sui progetti paralleli con gli artisti menzionati, Alex Garoufalidis ha sentito il forte bisogno di tornare alle proprie origini, creando una band tutta sua (l’aveva già fatto con gli Eagle Springs diversi anni prima) al fine di celebrare gli idoli del passato, Thin Lizzy, Led Zeppelin, Gary Moore, Magnum e tanti altri.
E il sogno si è avverato grazie a Martina (basso), Asik (batteria), Hendrik (tastiere), gli amici che accompagnano il chitarrista e cantante nel percorso tutto in discesa di No Alibi.
Tutto in discesa perché la proposta è fluida, diretta, sincera. Non c’è niente che possa essere definito “creativo”, ma un genere come il class rock non ha bisogno di re-inventare nulla, lo sappiamo tutti vero?
L’apporto di Garofalidis, converrete con il recensore ascoltando l’album, è fondamentale, e state pur certi che vi ritroverete a confrontarlo coi grandi nomi, perché brani quali Shaking o Rock & Roll All Star, sebbene non siano l’apice dell’originalità compositiva, hanno il grande pregio di farti muovere, ti permettono di roteare la testa a ritmo, grazie ad un paio di riff ruffiani come non se ne sentivano da un po’.
E’ pressoché inutile scomporre e analizzare No Alibi nei suoi singoli frammenti; trattasi di un lavoro che va gustato nella sua totalità, seppur imprigionato nei vincoli e nelle imposizioni del caso.
A tenere alto il nostro interesse ci pensano le gustose tastiere di To The Limit e la melodia spigliata di Never Be Alone, le confessioni più sincere di un album impreziosito da una produzione all’altezza, curata da Chris Tsangarides, qualcuno che di anni settanta e di anni ottanta, credetemi, se ne intende.
Considerato lo sforzo e l’impegno profusi, uniti ad un songwriting più che discreto, non mi resta che consigliare l’acquisto di No Alibi, un album che come tanti, tantissimi, non farà gridare al miracolo, ma che terrà compagnia quando avrete voglia di rilassarvi con un ascolto tanto melodico quanto disimpegnato. Difficile pentirsi di un disco simile.
Gaetano Loffredo
Tracklist:
01.Shaking
02.Caught In A Lie
03.Never Be Alone
04.Crying Shame
05.All You Can Do
06.Crank Me Up
07.Shining
08.Rock & Roll All Star
09.Destiny
10.To The Limit