Recensione: No God Slave
Gli Embryo sono un gruppo italiano nato nel 2000 a Cremona, dedito a un death metal melodico ricco di influenze al limite del thrash.
Arrivati al traguardo del primo disco nel 2006 con “Chaotic Age”, album ben accolto dalla critica specializzata, i ragazzi tornano nel 2010 sul mercato discografico con la loro nuova fatica: “No God Slave”.
Cos’è cambiato in questi quattro lunghi anni nel sound dei cremonesi? Assolutamente nulla, dal momento che quest’ultimo nato prosegue sulla strada battuta già in precedenza, non discostandosi più di tanto da quanto si è potuto sentire col suo predecessore.
Musicalmente ci si muove tra influenze che spaziano dagli In Flames più moderni, siano ad arrivare ai Fear Factory, inserendo addirittura delle suggestioni deathcore, con qualche passaggio vicino al post-thrash.
In questi termini il prodotto potrebbe suonare fin troppo ricco e confusionario ma, a conti fatti, si dimostra piuttosto lineare e facilmente assimilabile, grazie a canzoni semplici e dirette, che facilitano il processo di comprensione.
Ad un ascolto generale, la prima cosa che salta all’orecchio dell’ascoltatore è l’indubbia professionalità con il quale l’album è stato concepito: i cinque musicisti sfoderano una prestazione di ottimo livello, grazie ad una preparazione tecnica di assoluto rilievo, che permette loro di affrontare con disinvoltura anche le canzoni più complesse.
A ciò si aggiunga anche una resa sonora di qualità infinitamente superiore rispetto al primo “Chaotic Age”, che rende il lavoro più appetibile.
D’altra parte però, è il songwriting che in questo caso pare leggermente meno ispirato e fresco rispetto al passato. Le tracce non sembrano particolarmente personali e meno ricche di idee specie se confrontate con la vecchia produzione, risultando più “stanche” e, in certi passaggi, prive di mordente.
Non fraintendetemi, siamo comunque al cospetto di un disco che va oltre la sufficienza e che si lascia ascoltare con piacere, specie dai fan del genere, eppure manca quel guizzo di genialità che elevi questo “No God Slave” un gradino al di sopra di una valutazione discreta.
Esaminando attentamente i brani qui contenuti, ci si accorge come quasi tutti gli episodi tendano un pochino a somigliarsi, rischiando di minare la longevità del full-length. Ecco dunque che sono invece proprio le track più atipiche che lasciano maggiormente il segno. Volete un esempio di ciò? Basta ascoltare la breve “Among the Living Dead”, che grazie alle bellissime linee di tastiera ad opera di Simone, unitamente al compito svolto dal resto della band, riesce a colpire positivamente.
Perfettamente riuscita anche “Flatterer of Indifference” che con le sue splendide aperture melodiche e il suo riffing spaccaossa -il tutto sostenuto da una batteria martellante come non mai- si stampa nella mente dell’ascoltatore.
Una parte del platter purtroppo, pur non scadendo mai eccessivamente nella tediosità, ci è parsa un poco piatta; song quali “No God Slave”, “One Way Left” o ancora “Fear’s Intervention Pain” lasciano poca traccia di sé, finendo ben presto nel dimenticatoio.
Le restanti composizioni si attestano su livelli discreti, che faranno la felicità di tutti i fan del death metal moderno, tanto in voga in questi anni.
Un applauso invece va al lavoro grafico: la copertina è ben curata e realizzata, oltre che esteticamente piuttosto affascinante.
I suoni, come già detto, sono ottimi, così come la prestazione offertaci dai ragazzi, sempre puntuali e precisi.
Gli Embryo in questa sede sembrano aver perso leggermente lo smalto che li aveva contraddistinti in precedenza, questo però non significa che questa sia un’opera mal riuscita. Lo ripetiamo, siamo davanti a un platter sufficientemente interessante, che però, purtroppo non brilla come tutti noi speravamo.
Sperando che con il successivo album i nostri riescano a tornare a volare alto, per ora non ci rimane che consigliare caldamente l’acquisto di questo nuovo arrivato a tutti coloro i quali amano il death/thrash melodico, gli altri possono invece dare un ascolto, tenendo comunque bene in mente che questo non è un lavoro di fondamentale importanza.
Emanuele Calderone
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Tracklist:
01- No God Slave
02- Democratic Mankind Slaughter
03- One Way Left
04- Escape from your Fears
05- The Scarecrow
06- Fear’s Invention, Pain
07- Behind Blind Eyes
08- Among the Living Dead
09- Dark Passenger
10 -Flatterer of Indifference