Recensione: No Man Isle
Amanti della scena melodic death metal made in Sweden fatevi avanti. “No Man Isle“, nuovo EP dei norvegesi Haunted by Silhouettes, fa per voi. I cinque brani qui contenuti hanno di tutto e di più e sebbene dimostrino una ricerca che si discosti dal cliché vincente adottato negli anni Novanta dalle leggendarie band del circondario di Gotebog, garantiscono lo stesso impatto e la stessa gamma di emozioni dei grandi del passato. Gli Haunted by Silhouettes incastonano nella classica matrice del ‘Gothenburg sound’ una compattezza di suoni maggiore per un risultato che potrebbe essere sintetizzato come un classico melodic death metal, ma più robusto, più aggressivo e quindi ‘innovativo’ rispetto al passato. Ci sentirete dentro gli ultimi In Flames, i Dark Tranquillity del periodo post “Character“, ma pure gli At The Gates per la pacca filo-hardcore e, ultimi ma non meno importanti, anche gli Amorphis per la volontà di conferire al disco una costante vena heavy romantica.
Fiore all’occhiello del tutto la prestazione al microfono da parte di Mathias Jamtli Rye: espressivo, profondo e impattante. Davvero sopra la media! Peccato per la mancanza di sezioni soliste (ad eccezione di qualche spunto) e per la durata (il mini disco non arriva a 20 minuti). Con un prodotto completo la band avrebbe davvero potuto ambire a posizioni di mercato minacciose per ogni altro gruppo là fuori, compresi i nomi tutelari del genere.