Recensione: No Solution for your Life… Just Suicide
Quasi sorprendente l’avvio-bomba di questo duo bavarese, che dopo appena un anno e un più che buono “Die Stimme des Blutes”, ritorna alle luci della ribalta con questo “No solution for your life… just suicide”, album che rappresenta una svolta stilistica in più di un senso.
Se da un lato il loro lavoro precedente avrà raccolto i favori di una frangia più introspettiva e melodica di appassionati di pagan-black metal, dall’altro questo neo-arrivato ha calpestato i già presenti scampoli più melodici in favore di un viaggio nelle viscere del black metal più spudorato e anticattolico.
E dove c’è black metal e Germania ci sono naturalmente gli artigli di Christhunt, che rende i Runenblut una delle band più rappresentative della loro schiera non solo a livello musicale ma anche, e soprattutto, a livello concettuale.
Musicalmente siamo lontani dai bambini alle prime armi che suonano le chitarre con la motosega e le percussioni con un mitra: Fjalar – voci e testi, e Morgoth – strumenti vari, composizione e registrazione, dimostrano chiaramente che con il black metal ci sanno fare e creano una collezione di 11 canzoni che non fatica a far rimanere gli ascoltatori letteralmente incollati alle casse dello stereo per tutta la durata dell’album.
La parola d’ordine è dinamicità compositiva. Ogni canzone è un vero capitolo a sé stante, e a differenza di band come Aaskereia o Faulnis, non servono tre o quattro canzoni, oppure una progressione di canzoni da dieci minuti ognuna, a far cambiare registro alla band. L’intro esageratamente krieg-metal, “Fear the Dreams of War“, predispone immediatamente all’ascolto grazie a sirene della contraerea, urla di soldati e un ottimo lavoro di tastiera che viene ripetuto fin troppo raramente all’interno dell’album. Il black proposto suona insieme antico e moderno, con sonorità tipicamente tedesche unite a un fascino melodico di perfetta scuola scandinava di metà anni ’90. Lo screaming è brutale e regolare quanto basta da non suonare disarticolato, e gli strumenti saltano da sezioni tirate e affilate a sezioni più consistenti e riflessive (notevole “The Last Breath“) che lasciano intravedere un po’ del loro passato heathen.
No solution for your life è una macchina da guerra che distrugge fiondando cannonate contro la cristianità (emblematiche “Execution of Jesus Christ“, con una intro tutta da ascoltare, e “Piss on Christianity“, dai connotati melodici quasi Immortaliani) e che insieme carezza con parti di grande poeticità come l’eccellente “The Prophecy“, una breve epopea orchestrale dai risvolti corali sorprendentemente epici. I ragazzi insomma ci sanno davvero fare, e l’indifferenza generale nella quale naviga questo disco mi fa pensare solamente a una responsabilità in parte di Christhunt, diventato un po’ il Mc Donalds del black metal teutonico, e in parte dei loro promoter che non hanno saputo valorizzare l’opera, penalizzata anche da un digipak e da un libretto che non rendono assolutamente giustizia al carattere roboante della band. E nei negozi, spesso, l’occhio ha un’importanza cruciale nella scelta – o quantomeno nella localizzazione – di un album.
Black violento e tentacolare insomma, tutt’altro che nero e tutt’altro che suicidal, come invece ci si aspetterebbe dal titolo del disco. Diamo a questi due giovani ciò che gli spetta, perché nonostante la scarsa originalità dell’opera propostaci, dinnanzi a loro dovrebbe stendersi una strada più larga di quella che al momento gli si prospetta, affogata in centinaia di proposte all’apparenza molto simili ma in realtà decisamente inferiori. Vedremo la loro ulteriore maturazione dove li condurrà.
TRACKLIST:
01. Fear the Dreams of War
02. Code: Search and Destroy
03. No Solution for your Life
04. Execution of Jesus Christ
05. The Horned
06. Piss on Christianity
07. The Prophecy
08. Holocaust of Winter
09. At the Grave of my Existence
10. Sometimes in the Night
11. The last Breath