Recensione: Noli Respicere
Il fascino della voglia di raccontare storie, ancorate a vecchi mitologie provenienti da ogni dove del Mondo, è da sempre fonte di isprazione per molti: i Vereor Nox rientrano ampiamente nella sempre più ampia categoria di tali cantastorie, sempre affascinanti e fonte di infinita ricchezza per coloro che ne osano raccontare le gesta.
La formazione nostrana appare dedita ad una colta ed affascinante mistura di Death e Black Metal Sinfonico, mistura che “Noli Respicere”, album di debuttto rilasciato grazie all’operato dell’etichetta ucraina Vacula Productions, appare ben equilibrata e ben contornata da un artwork (ad opera dello stesso vocalist della band) pittoresco e ricolmo di chiaroscuri e toni freddi, che ben si adattano alle liriche sapientemente scritte da Fenrir, vocalist della band, nonchè alle atmosfere eteree e neoromantiche espresse dai brani che lo compongono.
La misclea è teatrale, a metà tra lo scarno ed il pomposo: una via di mezzo forse non facilmente immaginabile, ma che appare netta non appena ci si addentra nei meandri di “Noli Perspicere”, dove chitarre dai timbri spessi come muri disegnano riff dal ricco impatto melodico mentre le tastiere, mai eccessivamente preponderanti nel mix, fungono da ideale sottofondo per le leggende narrate nell’operato raccontato dalla band all’unisono. Il lato strumentale pare predilire un certo black metal sinfonico, a tratti dotato di riff vicini ad un certo death metal melodico scandinavo (Gothenburg sound, direbbero alcuni), mentre il tutto viene arricchito da un tocco gotico in grado di rendere il tutto particolarmente atmosferico ed avvolgente.
La voce, di stampo puramente death, è efficace il giusto anche se ad onor del vero piuttosto piatta a livello di espressività, cosa che rischia di contrastare abbastanza con il lato strumentale della band, forse a tratti anche eccessivamente ricco di dettagli: il difetto comunque appare marginale se ascoltato nel complesso grazie all’ottimo songwriting, sempre attento alle dinamiche dei testi (seri complimenti in tal senso) che per una volta tanto non sono meri completamenti di un pezzo ma vere e proprie linee guida dei pezzi.
Pertanto, a proposito di dinamiche, appare chiaro come la scelta di dedicare ogni pezzo ad una figura leggendaria abbiainfluito chiaramente sulle sfumature delle atmosfere presenti nel platter: eccoci quindi che l’ensemble italico scivola via facendosi trasportare dalle tematiche esistenzialiste di un brano ‘Ilmatar: The Weight of the World’ (un bellissimo brano di apertura dalle tinte gotiche e notturne che farebbe la fortuna di band di ben altra caratura…con un plauso di eccezione verso il testo, davvero ben congegnato) fino ad arrivare alla furia battente della conclusiva ‘Seth: Identity’ (un brano dove le coordinate death metal si fanno maggiormente sentire, alternate ad ottimi momenti più rilassati e di atmosfera ma sempre di impostazione pienamente metal).
Nel complesso pecca l’eccessiva lunghezza di alcuni brani, che rischiano di rendere faticoso il proseguire fino alla conlusione del full per le menti meno allenate: va da se’ però che siamo al cospetto di una proposta non immediata come potrebbe sembrare di primo acchito, bensì di un qualcosa che necessita di poter essere esplorato a fondo per essere compreso appieno. Arrivando alla fine del tutto si comprende come, sebbene il risultato finale non sia certamente disprezzabile, forse nella ricetta dei Vereor Nox manchi qualcosa, un qualcosa che francamente nonostante gli innumerevoli ascolti non sono tuttora riuscito ad identificare…però, al contrario di tante altre formazioni dai risultati ben più blandi, costoro hanno già marchiato a fuoco le basi per uno stile che, se continuerà ad evolversi nella giusta maniera, potrà essere perfettamente riconoscibile a tutto tondo in ogni suo aspetto.
E data la passione, come sempre a tutto tondo (musica & artwork) espressa da questo debutto, direi che siamo sulla strada giusta.
Le storie dei Vereor Nox non aspettanto altro che voi per poter essere ascoltate: questi italici incantatori meritano stima e supporto.
E se di stima si parla, perciò vada per un 70. Di stima, appunto.
Il futuro potrebbe essere ben più roseo, se la luce del presente ci appare già così fulgida e rampante.