Recensione: Non Euclidean

Di Andrea Bacigalupo - 6 Giugno 2020 - 16:38
Non Euclidean
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Non Euclidean’ è il terzo album dei romani Exiled on Earth, band ormai veterana, con i suoi quasi vent’anni di esperienza alle spalle.

Nati nel 2000 da un’idea del chitarrista/vocalist Tiziano Marcozzi e del bassista Gino Palombi a seguito dello scioglimento dei Maelstrom, precedente progetto di Tiziano, completano la loro formazione nel 2001, con l’ingresso del batterista Piero Arioni e della seconda ascia Alessandro Croce.

Con tale formazione incidono il loro primo lavoro, l’EP ‘Duality Conflicts’, e danno il via ad un’intensa attività live tra i palchi della Capitale e Provincia.

Seguono, nel 2005, il demo ‘Seizure of Rationality’, con il quale la band comincia a farsi sempre più notare e poi, nel 2007, il primo Full-Length, ‘The Orwell Legacy’.

Nel 2008 Alessandro Croce viene sostituito prima da Leonardo Noschese e poi, nel 2012, da Afredo Gorgaro.

Tale formazione incide ‘Force of Denial’, il secondo album, pubblicato nel 2016 via Punishment 18 Records.

Si avvicinano i giorni nostri: riparte l’attività live ed entra in squadra Luca Bianchi al basso, anche lui, come Tiziano, ex Maelstrom.

Non cambia la label, sempre sotto Punishment 18 Records esce ‘Non Euclidean’, distribuito dall’ 8 maggio 2020 solo in formato digitale, a causa dei noti problemi causati dal maledetto coronavirus e poi, dal 25 settembre, in formato CD.

Gli Exiled on Earth suonano un Technical Thrash basato su riff articolati, ritmiche aggressive ed un cantato feroce.

Partiture complesse, dunque, sia da suonare che da ascoltare.

I brani non sono assolutamente diretti ma bensì sono il risultato di una ricerca profonda e certosina. Sono sofisticati e, per assimilarli, bisogna ascoltarli con attenzione, entrandoci dentro per cogliere le molte sfumature che ci sono e che non possono venire fuori tutte assieme.

E’ un po’ come ascoltare Beethoven o Mozart: certo con gli  Exiled on Earth si sbatte anche la testa, ma, se si vuole coglierne tutta la potenzialità sonora, ‘Non Euclidean’ non è certo da ascoltare sotto la doccia o così tanto per distrarsi.

Tanto per dare un’ idea, la complessità del sound è paragonabile ai lavori degli americani Watchtower e degli svedesi Hexenhaus, precisando che i nostri hanno un loro stile ed una propria personalità.

Un po’ meno originali sono le tematiche trattate, che riguardano la fantascienza e l’horror, con una particolare predilezione per colui che, nelle sue opere, ha bene incarnato entrambe: il metallaro ‘ad honorem’ H.P. Lovecraft.

Bisogna però dire che la vastità di questi argomenti è talmente ampia, soprattutto se sono trattati sotto il profilo introspettivo ed in modo approfondito, da riuscire a dare sempre nuovi stimoli e non annoiare mai.

Ascoltare ‘Non Euclidean’ vuol dire affrontare un viaggio verso una destinazione sconosciuta, con tutta la paura e l’angoscia che questo comporta: gli ostacoli, le difficoltà, il non sapere cosa s’incontra alla fine. Una metafora della vita di tutti i giorni dunque.

Sensazione che viene amplificata dalla particolarità del sound: una ritmica che attanaglia l’udito, con le chitarre che entrano singolarmente nel padiglione auricolare, una per cassa, per poi incontrarsi e fondersi nel cervello, una batteria precisa e potente con una doppia cassa dalla velocità devastante, un basso che amplifica il senso del profondo e parti soliste, vocali e strumentali, aggressive e furenti.

Poco più di mezz’ora di martellamento sonoro che inquieta ma dal quale non ci si può staccare: ‘Non Euclidean’ è un viaggio in otto brani, disgiunti ma collegati dalle stesse linee di forza, che non si può interrompere, per quanta paura faccia.

Viaggio che passa per ‘Parsec Devourer’ dura e claustrofobica, per ‘Vault of the Decimator’, marziale quanto forsennata, per ‘Mythoscondria’ ed i suoi martellanti blast beat, per ‘The Cult of the Ivory Grace’ e la sua andatura epica e gli scatti furiosi’, per arrivare infine a ‘Forager of Sanity’, angosciante ed irosa.

Un viaggio che non è assolutamente in linea retta e proprio per questo, per quanto spaventi, è comunque stimolante e non noioso.

Non Euclidean’ è un lavoro maturo, dove la complessità non è sinonimo di confusione e mostra una band coesa che ha saputo mettere a frutto la sua esperienza. Concludiamo usando parole semplici: è un lavoro che piace. Bravi Exiled on Earth!!

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Genere: Thrash 
Anno: 2020
80