Recensione: Non Finirà Mai
Il connubio fra la Strana Officina e la label Jolly Roger Records si sta dimostrando fecondo, con grande gioia da parte dei molti appassionati dell’heavy metal italiano. In attesa del novissimo album di inediti da parte del combo toscano, previsto entro la fine di quest’anno, due sono le uscite di alleggerimento dell’attesa licenziate sotto l’egida dell’etichetta modenese: il remix di “The Faith” del 2006 in Cd (E in doppio ellepì) e “Non Finirà Mai”, oggetto della recensione. Un album, quest’ultimo, contenente otto pezzi in italiano che sin dalla copertina possiede quel sapore di primizia per pochi che, anche se non andrà a rivoluzionare la storia dell’HM con la “S” maiuscola, di certo costituirà nel medio lungo termine una chicca all’interno della discografia della “Strana” e dell’HM di casa nostra.
Corredato da un libretto di otto pagine con tutti i testi, le note tecniche ed alcune foto recenti e vintage in bianco e nero, il lavoro cristallizza, almeno per la metà della sua durata, un momento topico del vissuto del gruppo: successivamente alla scomparsa prematura di Fabio e Roberto Cappanera, avvenuta in una notte del luglio 1993 per incidente stradale e a qualche concerto commemorativo, il futuro della Strana Officina pareva precluso per sempre. Grazie a due giovanissimi virgulti della scena hard nostrana venne invece idealmente dissotterrata l’ascia di guerra nel 1995: Dario e Rolando Cappanera misero a terra tutti i cavalli dei quali disponevano – grazie anche ad un background di assoluto rispetto da parte di babbo e zio – et voilà, ecco quattro brani nuovi di zecca griffati Strana Officina, a costituire l’embrione di un nuovo inizio.
“Non Finirà Mai” li presenta in sequenza nella seconda parte del Cd, precisamente a partire dal pezzo numero Cinque sino ad arrivare alla traccia conclusiva, la Otto. All’interno del booklet sono riportate le dichiarazioni di Dario Cappanera risalenti al 1994 riguardo questo poker di canzoni, che inizia proprio con la title track.
Trattasi di pezzo che sicuramente molti di voi hanno già gustato dal vivo in qualche concerto della Strana Officina e nasce da un’idea originaria di Daniele “Bud” Ancillotti, tradotta poi in musica da Dario Cappanera. Il brano peraltro è già stato inciso all’interno di “Roll the Bone” del 2009 da parte della Bud Tribe. L’Acciaio Italiano poggia su alcune leve e la Strana Officina le conosce bene: “Non Finirà Mai” in questo senso coniuga al meglio il gusto della melodia neolatina che solo noi abbiamo così spiccata e la violenza della siderurgia applicata alla musica. Al resto ci pensano i vari interpreti, che non hanno certo bisogno di presentazioni: oltre al sopraccitato “Bud” il vecchio pard Enzo Mascolo seguito dall’accoppiata terribile di cui sopra (I cugini Cappanera). Sufficientemente cupa, stentorea nel suo incedere e cadenzata anche nel cantato esplode poi in quello che è un augurio un po’ per tutti, a esorcizzare – probabilmente – quanto di tragico accaduto a segnare le coscienze della Strana Officina, della Cappanera family e dei metallari tutti. Quelli veri, of course!
“Bimbo”, composta durante la permanenza estera di Dario Cappanera, è figlia di una concezione della musica dura evoluta, quantomeno rispetto alla scuola alla quale attingevano Fabio e Roberto, sia ben chiaro. Il concetto va contestualizzato al 1995, anno nel quale anche altre correnti delle sonorità dure avevano dato il meglio di sé, influenzando a destra e manca. Fottutamente classica a la Strana Officina maniera risulta “Amore e Fuoco” – è proprio il caso di scriverlo – anche se è la stessa Strana Officina a partorire un pezzo del genere, sulla scia della veemenza di “Non Sei Normale” con qualche spigolo smussato in più. Traccia già presente su “Rare & Unreleased” è una fra le prime a essere state composte dalla band agli albori, originariamente intitolata “Il Corvo è Là”.
“Vittima” permane un capolavoro di hard’n’heavy tutto anima, cuore, classe e melodia adulta, sia esso declinato dalla Strana Officina nel ’95 piuttosto che dai (K) Cappanera nel 1991 fra i solchi di “Non c’è più Mondo”. Un pezzo che mai annoierà nella sua seppur semplice maestosità. Amen!
Suoni nettamente migliori e una “botta” al passo con i tempi per i primi quattro brani, ovviamente, riarrangiati e risuonati nel 2017. Si possono gustare le “nuove” versioni (Si fa per dire…) di “Non Finirà Mai”, “Bimbo” e “Vittima” mentre in più vi è “Ricordo di Lei”, brano in linea con una fra le band caposcuola della Strana Officina: Saxon. In Toscana come nello Yorkshire si pestava e si pesta senza redenzione, lunga vita agli Stallions of the Highway di Sheffield e al gruppo capitanato da Enzo e Bud, ieri come ora e sempre!
Ad maiora!
Stefano “Steven Rich” Ricetti