Recensione: Non Voglio Morire

Di Luca Trifilio - 24 Dicembre 2009 - 0:00
Non Voglio Morire
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Genere:
Anno: 2009
Nazione:
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65

Quello dei Resurrecturis è un progetto particolare, mosso quasi esclusivamente dall’incrollabile passione del mastermind Carlo Strappa, che tiene in piedi la band sin dagli albori degli anni Novanta, tanto da poter essere annoverata tra i capostipiti del death/grind italiano, mantenendola sempre in vita sebbene in uno status considerabile, per certi versi, di culto. Questo per via di un approccio slegato dalle logiche del music biz e, con ottime probabilità, anche dalla volontà di rendere il progetto un qualcosa di successo, da portare costantemente ad uno stato superiore dal punto di vista della notorietà.

L’impressione, invece, è quella di un gruppo vivo per l’amore di ciò che propone, un gruppo che si prende i suoi tempi per la pubblicazione dei dischi, tanto da averne pubblicati, fino ad oggi soltanto tre, nello specifico un mini e due full-length, l’ultimo dei quali risalente al 2004. Ormai accasatisi presso la Mondongo Canibale, superate alcune beghe interne ed un problema di scarsa serietà da parte del produttore, letteralmente scomparso nel 2007 quando la band aveva già completato le registrazioni dell’album di cui siamo in procinto di parlare, i Resurrecturis ritornano con un progetto ambizioso, strutturato in due parti.

Non Voglio Morire è il primo dei due dischi che Carlo Strappa ha voluto realizzare sotto forma di concept album fortemente autobiografico, che tratta i due aspetti principali della vita dell’autore: il lavoro e l’arte. Una vita divisa tra il ruolo di marketing manager per una multinazionale e quello di musicista e compositore per una band estrema, impegno che il nostro porta avanti con indomita perseveranza compiendo sacrifici ed investendo i soldi guadagnati lavorando per la realizzazione dei propri dischi. Il titolo è una risposta alla domanda: “Perchè sbattersi così tanto senza ricavare in cambio nulla, o quasi?”. Bene, quel “Non voglio morire” rappresenta l’obiettivo che qualsiasi artista si pone, ovvero quello di essere immortale attraverso le proprie opere.

L’album ricalca grosso modo lo stile dei lavori precedenti, in uno stile arduo da inquadrare, in quanto i 13 brani qui proposti attraversano un range di generi che vanno dal death americano (The Origin), all’industrial di matrice Ensoph (The Artist), dal groove thrashy spruzzato di metalcore (Save The Anger) alle semiballad di scuola Metallica (Calling Our Names), dall’hard rock catchy (The Fracture, canzone della quale è stato girato un video) alla conclusiva, malinconica ballad (In Retrospective). Il tutto condito da growl che si miscela a clean vocals, con una guest vocalist femminile in un brano. Insomma, nel calderone Resurrecturis, come in passato, sono presenti elementi diversissimi ed a volte addirittura contrastanti, rendendo Non Voglio Morire un ascolto variegato quanto dispersivo, originale quanto apparentemente inconcludente. In realtà, però, la vera coesione stilistica viene fornita dall’impianto lirico, che affronta il tema del processo di sviluppo di un essere umano, dalla rabbiosa ribellione adolescenziale fino alla saggezza ed alla serenità dell’età adulta, con l’arte al centro di tale sviluppo, nel ruolo di fedele compagna e di supporto lungo il cammino evolutivo.

Per quanto riguarda l’aspetto strettamente tecnico, da citare la buona qualità della produzione, mentre dal punto di vista strumentale ben pochi sono i rilievi da fare, non comprendendo la proposta dei Resurrecturis passaggi intricati tali da dover sottolineare la prova di questo o quel musicista. Encomiabile, piuttosto, è la capacità da parte della band di passare da brani estremi ad altri quasi radiofonici, passando per una miriade di influenze che si collocano tra questi due estremi, con apparente padronanza della materia trattata di volta in volta. Tale eterogeneità, tuttavia, se da una parte è indice di doti artistiche interessanti e di coraggio da vendere, dall’altra rappresenta un limite per il disco, che rischia di rivelarsi inconcludente e dispersivo, soprattutto qualora non lo si approcci in maniera corretta.

N.B.: L’intera discografia dei Resurrecturis, incluso questo album, è scaricabile dal sito ufficiale della band.

Luca ‘Nattefrost’ Trifilio

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Tracklist:

01.    The Origin (01:44)
02.    Prologue (01:27)
03.    Fuck Face (02:41)
04.    Corpses Forever (02:56)
05.    The Artist (04:43)
06.    Save My Anger (03:47)
07.    Calling Our Names (06:38)
08.    After The Show (04:36)
09.    The Fracture (03:21) * MySpace *
10.    Away From The Flock (04:55) * MySpace *
11.    Where Shall I Go From Here? (03:50)
12.    Walk Through Fire (04:10)
13.    In Retrospective (04:43)

Line-up:

Carlo Strappa – chitarra
Janos Murri – voce, chitarra
Manuel Coccia – basso
Alessandro Vagnoni – batteria

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