Recensione: None So Live
Al loro nome sono associati quattro album, tutti con delle ben evidenti differenze tra di loro, tutti con in comune la grande qualità; si può dire senza esagerazioni che la band canadese ha riscritto i canoni del Brutal, ha costruito un proprio stile inimitabile e ha saputo trasformare questa propria genialità in album una spanna al di sopra delle produzioni dei loro colleghi. Un live album era quanto meno meritato, e sono convinto che chiunque sia stato alle prese con i loro lavori abbia tentato di immaginarsi quale potesse essere l’impatto dal vivo, se tutta la furia, la tecnica, uscissero dagli amplificatori con la stessa intensità con cui eravamo abituati ad ascoltarli da cd. Chi ha assistito ai due spettacoli che ci hanno regalato in Italia (di spalla ai Vader la prima volta, poi come headliner) ha avuto già la conferma che cercava; per gli altri la risposta è racchiusa in None So Live.
La scelta dei pezzi è piuttosto omogenea, in realtà con una predilezione (assolutamente azzeccata) per None So Vile, secondo loro album in studio. Si passa quindi da brani molto standard, come la vecchia “Open Face Surgery”, alle più recenti “tecnicaglie” di “Shroud”. Pregio assoluto di questo live è proprio quello di mettere in luce la linea di continuità che ha amalgamato le produzioni dei Cryptopsy, mai così evidente; una continuità che fino ad oggi era dimostrata solo dall’incrollabile stima di cui hanno goduto fin dagli albori della loro carriera da parte di una gran fetta del pubblico.
E mi sembra doveroso spezzare una lancia a favore di Martin Lacroix, il quale apre la propria carriera discografica con la band proprio con questo live… un’impresa a dir poco titanica, dovendo fare da successore al tanto contestato Di Salvo e soprattutto dovendo interpretare i pezzi che una volta passarono per le corde vocali dello storico Lord Worm! Bene, il nostro non solo dimostra una potenza vocale invidiabile, ma riesce anche a riportare in vita alla perfezione l’istintività e la cattiveria che i pezzi richiedono; quella stessa istintività che solo un batterista alieno come Flo poteva sorreggere, e che consegna alla storia del Brutal un documento eccezionale. Nonostante le necessità tecniche, la band si impegna fin dal primo minuto a lasciare in secondo piano la pulizia e la cura, e ci sbatte in faccia tonnellate di violenza.
L’assolo di batteria era francamente trascurabile, e penso sia stato inserito con lo scopo principale di marciare sulla fama del drummer canadese. Avrebbero quantomento potuto evitare di troncare a metà un brano come “Graves Of The Fathers”… Tolta questa pecca (non poi così poco grave per quanto mi riguarda), e qualche piccola sbavatura su un altro grande pezzo come “Cold Hate, Warm Blood”, il cd scorre che è una meraviglia, e riesce nella titanica impresa di dare la vera impressione di un live show. Dimenticatevi quei freddi dischetti riarrangiati e addobbati che sembrano una nuova versione del cd in studio; ascoltando None So Live avrete la costante impressione di veder sbucare fuori la band dalle casse, senza per questo dover rinunciare ad un’esecuzione imponente.
Non ho il minimo dubbio nel consigliare questo live agli estimatori della band, e addirittura mi azzarderei a segnalarlo anche a chi è al primissimo approccio con i Cryptopsy. Non penso ci sia altro da aggiungere: un gran bel live, di un’ottima band con all’attivo delle stupende produzioni. L’attesa per il nuovo lavoro non poteva essere più dolce…
Matteo Bovio
Tracklist
01. Intro
02. Crown Of Horns
03. White Worms
04. We Bleed
05. Open Face Surgery
06. Cold Hate, Warm Blood
07. Phobophile
08. Shroud
09. Graves Of The Fathers
10. Drum Solo
11. Defenestration
12. Slit Your Guts
