Recensione: North
Sono trascorsi sei anni da Flesh, l’ultimo disco degli Everon, e non sono affatto pochi. Sei anni possono cancellare il tuo nome dai ricordi della gente se non hai un posto nell’Olimpo, ma anche aiutarti a concentrare tutte le idee e realizzarle nel miglior modo possibile, come mai avevi fatto prima d’ora: Oliver Philipps (polistrumentista e songwriter) non ha buttato il suo tempo e si riconcilia col pubblico generando North, un disco elaborato ed elevato che rispetta la tradizione del gruppo di Krefeld, Germania.
Heavy metal e progressive rock nel sangue degli Everon, per un’offerta versatile e dinamica nella quale colpiscono il grande senso della melodia e la passione, pura, per le orchestrazioni.
Chiariamo subito: non ci sono evidenti difetti di forma, qualche ripetizione di troppo nella sostanza, e dietro l’apparenza di una copertina intristita dai colori autunnali emergono spesso sonorità vivaci, Hands, ma anche molto drammatiche, Brief Encounter.
Non sorprende la volontà di realizzare un album all’apparenza di complicata assimilazione (da suonare lo è certamente) ma, come detto, facilitato nell’ascolto da atmosfere quasi cinematografiche, complici quelle orchestrazioni pompose di cui parlavamo poco fa.
Le tastiere svolgono un ruolo fondamentale all’interno di North, ma non sono le sole, il violoncello si interseca a meraviglia in un pezzo come From Where I Stand, la chitarra ritmica segna il passo con decisione e raramente mi è capitato di sentire due voci (Oliver Philipps e Judith Stüber) così ben integrate nel disco, per un suono potente e allo stesso tempo elegante.
Il bagaglio tecnico del gruppo è invidiabile, e se di frequente invitiamo l’artista di turno a non fuoriuscire eccessivamente dal contesto, qui accade l’esatto contrario: avrei apprezzato qualche variazione sul tema, anche fuori campo, tema ribadito allo sfinimento nei brani successivi ai primi tre. L’effetto sorpresa riscalda ai primi ascolti, ma ci si abitua troppo presto a strutture (ottimamente) predefinite.
E’ sempre riconoscibile negli Everon, e in particolar modo nel suo capogruppo Oliver, la facilità compositiva, l’istinto ma anche l’abilità in studio, perché North è curato all’inverosimile anche sotto il profilo delle registrazioni. I suoni sono corposi e definiti, è facile restarne abbagliati, e sono sempre più convinto che una produzione all’avanguardia sia, al giorno d’oggi, una servizio pressoché obbligatorio.
Un disco non facile da assimilare ma nemmeno esasperante. Non si tratta di un sottofondo perché dovrete dedicargli tempo, pazienza e dedizione: solo allora saprà ripagare il vostro impegno e la perseveranza negli ascolti. Bentornati Everon.
Gaetano Loffredo
Tracklist:
01.Hands
02.Brief Encounter
03.From Where I Stand
04.Test Of Time
05.North
06.South Of London
07.Wasn’t It Good
08.Woodworks
09.Islanders
10.Running