Recensione: Not born yet

Di Claudio Casero - 24 Novembre 2005 - 0:00
Not born yet
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Genere:
Anno: 2005
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88

Gli Amniotic Count nascono alla fine del 2001 dalle ceneri degli Evil Bards e, dopo numerosi cambi di formazione, finalmente, nel 2003 riescono a trovare una line up stabile composta da Amerigo “Ame” Guzzi (voce), Gabriele Pozzoni (chitarra), Massimiliano Guglielmone (chitarra), Marco Munari (basso), Federico Paolovich (batteria) e Fabio Galbusera (tastiera). La band ci propone questo “Not born yet”, un demo di quattro tracce di death metal molto particolare e personale.

Che gli Amniotic Count non siano una band che segue pedissequamente i canoni death metal classico lo si nota subito dall’opener “Sinthetic years”, brano molto interessante e strutturato in maniera quasi perfetta che riesce a mischiare senza alcun imbarazzo sonorità tipicamente death, come alcuni riff di chitarra, a suoni di tastiere che prendono spunto dalla musica progressive, facendo capolino qua e là nelle sonorità gothic soprattutto per quanto riguarda l’atmosfera. Ottima la voce di Ame che riesce a passare senza la minima incertezza dallo scream al growl al cantato pulito.
Con “Fog cold silence” ci spostiamo su ambientazioni più squisitamente gothic; gli strumenti infatti riescono a creare un’ambientazione cupa e particolarmente accattivante nelle parti lente per poi esplodere in un sound black metal nelle parti più potenti e veloci; una sempiterna battaglia tra melodia e violenza che non lascia né vinti né vincitori e che convince in tutte le sue parti senza la minima caduta di stile.
Molto spazio è lasciato alla melodia invece nella seguente “Bleeding sky” in cui, dopo un lungo momento in cui sono le tastiere a farla da padrone creando un’atmosfera quasi “romantica”, troviamo un’esplosione di potenza che viene però sempre racchiusa in un involucro di atmosfere cupe e riflessive al tempo stesso. In questo brano si può notare l’indubbia capacità della band dal punto di vista strumentistico grazie alla sua evidente complessità e varietà che fa sì che l’ascoltatore non rimanga  mai annoiato.
Il demo si conclude con “Hellblast”, un lungo brano che può essere considerato un’opera fine a se stessa, un sapiente mix di sonorità gothic, per quanto riguarda le tastiere, e di chitarre prettamente heavy che ben si combinano con una voce scream che lascia esterrefatti in alcuni frangenti. La canzone in considerazione senza dubbio la più bella del cd, risultando sempre accattivante in tutte le sue parti. Non è facile in più di 8 minuti non lasciare nemmeno un “buco” sonoro o non ripetersi di continuo con riff o ritornelli; gli Amniotic Count ci sono riusciti sfornando un brano davvero valido che farebbe impallidire anche gruppi molto più blasonati.

Questo “Not born yet” è un’ottima proposta musicale sotto tutti gli aspetti; il demo si fa ascoltare senza un attimo di tregua passando tra i vari generi musicali senza il minimo imbarazzo confezionando così una sonorità molto personale e che attrae l’ascoltatore già dal primo ascolto. Gli Amniotic Count sorprendono positivamente e ci fanno scoprire una faccia del death metal nuova e molto interessante.
Non ultima l’ottima registrazione che permette di apprezzare appieno ogni singola sfaccettatura di un lavoro tanto bello quanto complesso. Aspettiamo con ansia il full-lenght della band!

TRACKLIST:
1. Sinthetic years
2. Fog cold silence
3. Bleeding sky
4. Hellblast

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Genere:
Anno: 2005
88