Recensione: Nuclear Rodeo
Gli Agamendon sono un gruppo proveniente da quella che i suoi stessi componenti definiscono la “Bay Area” tedesca, ossia la renania/westfalia in cui essi hanno dato vita al progetto nel 2000. I cinque musicisti vogliono farsi portatori di un metal tanto estremo quanto melodico e si presentano per la seconda volta sulla distanza lunga nel 2008 grazie a questo Nuclear Rodeo edito da Pure Steel records.
Diciamolo subito: ci troviamo di fronte ad un disco abbastanza scialbo e privo di motivi di interesse. Caratterizzato da una produzione per nulla soddisfacente, che, nonostante la sua pulizia, è priva di qualsiasi mordente ed aggressività, esso viene affossato anche da un riffing a metà tra il thrash ed il death scandinavo degli esordi (quello di Unleashed, Bloodbath, Grave, Entombed…), ma ulteriormente ammorbidito e suonato a metronomi davvero insufficienti per garantirgli la benchè minima cattiveria. Qualche exploit di matrice più moderna, come ad esempio il tema di chitarra posto in centro a Downwards, non riesce a risollevare una prestazione insufficiente che è il frutto delle carenze di tutta la band, compreso il cantante … il quale, pur avendo a sua disposizione un ottimo growl, manca di versatilità ed inoltre appare piuttosto inadeguato in un ambiente che, più che la sua voce iper guttural presa dal brutal più intransigente, richiederebbe interpretazioni varie e giostrate anche sulla melodia.
Diviene superfluo continuare ad elencare i difetti di un disco che appare scontato ed in ritardo di almeno setto-otto anni sugli sviluppi del death metal, un disco che se fosse stato prodotto con suoni bombastici e batterie enormi avrebbe forse potuto raggiungere una striminzita sufficienza, ma che, in questa versione, è davvero del tutto insoddisfacente. Sia chiaro: non vogliamo dire che le canzoni qui presenti siano inascoltabili, o presentino palesi errori di costruzione, ci limitiamo a constatare il semplice fatto che la metà delle demo dei gruppi emergenti del panorama italiano suonano se non altro più originali e meglio congeniate. Gli Agamendon hanno bisogno di migliorare dal punto di vista compositivo, interpretativo ed anche tecnico, in quanto riff così semplici oramai non sono più accettabili nel death metal, nemmeno in quello che cerca di fare il verso ai classici del genere senza la pretesa di inventare niente. Attendiamo qualche miglioramento futuro, anche se la luce alla fine del tunnel è davvero lontana.
Davide Iori
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Tracklist:
1- Prologue
2- Nuclear 4711
3- Fallout
4- Under Water
5- Downwards
6- Deadline
7- Invading
8- The Army of Ozzmoroth
9- Erasing Flesh Forever
10- Eradication Rodeo
11- Connecting Planets